La collega e amica Claudia Bonasi mi ha fatto avere,
stamane, copia del manifesto “Uomini, barche e cantieri del golfo di Salerno”: c'è l'immagine di un’imbarcazione in costruzione, con le doghe di legno spoglie come
lo scheletro di una balena. Un omaggio a quei piccoli cantieri, tenuti da intraprendenti
artigiani, situati in punti strategici del vasto litorale salernitano. Ricordo le “baracche” dei fratelli Camera, eccezionali maestri d’ascia, nel porto di
Amalfi, dove da ragazzo mi fermavo, incantato, a scoprire come nasceva un
sandolino o un gozzo; e poi l’abilità di
mastro Ernesto, a Maiori, che negli ultimi tempi le barche le costruiva addirittura sul lungomare,
con un’abilità, anche lui, che ti attirava come una calamita. Mi corre l'obbligo, però, di menzionare qui, per la loro importanza, il cantiere di Gennaro Gatto, nel
porto di Salerno, e quello di Della Monica, alla Marina di Vietri sul Mare.
Da domani e fino al 21 aprile, a Napoli, nell’ambito della
mostra “Mare maris” a Castel dell’Ovo, che rappresenta una delle iniziative
collaterali all’America’s Cup, saranno esposte ventisei fotografie in bianco e
nero che documentano la tradizione della cantieristica salernitana. Ne sono
curatori la stessa Bonasi e Antonio Dura, per conto di Polaris, l’agenzia
speciale della Camera di Commercio di Salerno presieduta da Demetrio
Cuzzola. “Il golfo di Salerno – leggo
nel manifesto – ha visto la nascita e lo sviluppo di importanti imprese di
costruzioni nautiche, molte di esse a conduzione familiare e caratterizzate da
dinamicità, spirito d’iniziativa e coraggiose sperimentazioni tecniche. Questi
elementi hanno perfezionato l’arte navale di tutto il mondo e al contempo
trasformato passioni locali in eccellenze nazionali. Sullo sfondo di queste
storie avvincenti spiccano i maestri d’ascia, abili artisti capaci di plasmare
imbarcazioni a ‘occhio’, senza disegni, seguendo un piano di costruzioe
assolutamenbte mnemonico, che si tramandava di generazione in generazione”.
Tornando ai miei ricordi amalfitani, devo citare Giuseppe
Camera, figlio d’arte, che continua, con passione e abilità, a costruire modelli d’epoca
di barche, sia da pesca che da diporto, con i quali ha dato vita a un minuscolo ma
attraente “museo del mare”.
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