La collega e amica Claudia Bonasi mi ha fatto avere,
stamane, copia del manifesto “Uomini, barche e cantieri del golfo di Salerno”: c'è l'immagine di un’imbarcazione in costruzione, con le doghe di legno spoglie come
lo scheletro di una balena. Un omaggio a quei piccoli cantieri, tenuti da intraprendenti
artigiani, situati in punti strategici del vasto litorale salernitano. Ricordo le “baracche” dei fratelli Camera, eccezionali maestri d’ascia, nel porto di
Amalfi, dove da ragazzo mi fermavo, incantato, a scoprire come nasceva un
sandolino o un gozzo; e poi l’abilità di
mastro Ernesto, a Maiori, che negli ultimi tempi le barche le costruiva addirittura sul lungomare,
con un’abilità, anche lui, che ti attirava come una calamita. Mi corre l'obbligo, però, di menzionare qui, per la loro importanza, il cantiere di Gennaro Gatto, nel
porto di Salerno, e quello di Della Monica, alla Marina di Vietri sul Mare.

Tornando ai miei ricordi amalfitani, devo citare Giuseppe
Camera, figlio d’arte, che continua, con passione e abilità, a costruire modelli d’epoca
di barche, sia da pesca che da diporto, con i quali ha dato vita a un minuscolo ma
attraente “museo del mare”.
Nessun commento:
Posta un commento