venerdì 19 aprile 2013

AMALFI, RICORDO DELLA "SIGNORINA NINA"




Alla veneranda età di novantasei anni si è spenta ieri ad Amalfi la signorina Anna Amodio, sorella del compianto onorevole Francesco, che fu sindaco di quella città per circa un ventennio e deputato al Parlamento per quattro legislature. Le esequie saranno celebrate domattina, alle ore 9.30, in cattedrale. Poi la salma sarà trasportata a Maiori per essere tumulata, dopo la rituale benedizione nella chiesa di san Giacomo, in quel cimitero. 
Io la ricordo così.

Nel “vecchio” palazzo di famiglia (poi abbattuto e ricostruito), sulla Sciulia (ribattezzata “Salita Cavalieri di Malta” e “Fra Gerardo Sasso”), ci riunivamo di pomeriggio, in una stanza che aveva un grande tavolo al centro e tre porte comunicanti con altri ambienti della casa, per svolgere il lavoro di segreteria: che consisteva nello smaltimento di una enorme mole di corrispondenza – richieste di aiuto o di interessamento per le più svariate pratiche, disperse nei meandri della burocrazia nazionale e locale – dell’onorevole Francesco Amodio, appena eletto deputato, nel 1958. Una segreteria che, man mano – e chiedo scusa se lo dico con autocompiacimento, visto che per vent'anni ne ho avuto la responsabilità –, divenne un modello di organizzazione ed efficienza.  Eravamo un gruppo di volontari, disinteressati, legati a lui – all'epoca, ancora sindaco – da stima, ammirazione, amicizia, affetto.  Ricordo che, a metà pomeriggio, puntualmente, ogni giorno, da una di quelle porte usciva la sorella dell’onorevole, Anna (per tutti, la “signorina Nina”), con un vassoio - che la sua esile figura faceva apparire enorme –, colmo di cioccolatini, pasticcini, biscotti. Lì per lì nessuno di noi osava toccar nulla. Ma appena si allontanava, e chiudeva la porta, cominciava l’assalto: tutti a cercare di arraffare quanto più possibile. 
Sembrava di rivedere quella scena di “Miseria e Nobiltà” nella quale Totò e compagni aggrediscono una zuppiera di spaghetti fumanti. Non che fossimo particolarmente golosi o affamati: lo facevamo per gioco, o quanto meno per dimostrare prontezza di riflesso e abilità nel riempirci le tasche di tanto ben di Dio.
19.12.2010-All'inaugurazione della Biblioteca di Maiori
L’episodio mi serve per evidenziare un tratto caratterizzante della signorina Nina: la straordinaria generosità. Che dimostrava sempre, nei confronti di chicchessia, in ogni situazione. E non soltanto offrendo cioccolatini. Il suo aiuto era concreto, ripetuto, costante. Questo la faceva benvolere da tutti. A lei, perché intercedesse presso il fratello, occupato a Roma dal lunedì al venerdì nei lavori della Camera, si rivolgeva gente proveniente da ogni angolo della provincia di Salerno, dal Beneventano e dall'Irpinia. Magari solo per manifestare il desiderio di averlo come padrino a un battesimo o a una cresima o come compare d'anello a un matrimonio. Mai a nessuno veniva risposto di no. 
In un elzeviro pubblicato sul Corriere della sera del 30 novembre 2001, e poi in un libro, Gaetano Afeltra  scrisse: “Fin dalle prime ore del mattino, la sua casa [dell’on. Amodio] era affollata da postulanti che presentavano le richieste più impensate: la costruzione di una strada verso un villaggio vicino, il trasferimento ad Amalfi di un figlio portalettere a Varese, l’esonero militare del giovane che stava per sposarsi; la raccomandazione alla commissione di esami per la licenza liceale del povero ‘figlio che ha studiato notte e giorno…’. La sorella dell’onorevole offriva a ognuno una tazza di caffè, un bicchierino di vermut o di rosolio secondo l’ora. Poi alla sera partivano un centinaio di lettere di raccomandazioni. L’onorevole ne spediva copia agli interessati come prova del suo sollecito intervento. […] Era l’uomo che aveva più “comparielli” d’Italia. […] Per ogni compariello c’era l’obbligo di un regalo, che in genere era un oggetto d’oro: orologio, penna stilografica, gemelli con brillantini. L’onorevole, ricco era e ricco rimase, ma credo che il suo patrimonio l’abbia assottigliato con acquisti dagli orefici e sussidi ai bisognosi.” Ed era sempre la signorina Nina a farsene carico.
L'ultimo gesto munifico, nel 2010: la donazione dell'intero patrimonio librario del fratello al Comune di Maiori, quale nucleo fondante di una biblioteca pubblica. 
Riposi in pace.

Nessun commento:

Posta un commento