Vorrei
suggerire alle amministrazioni comunali della Costa d’Amalfi, e in particolare
al presidente della Conferenza dei sindaci Antonio Della Pietra, di creare un
Albo dei nostri conterranei, residenti sul territorio e, soprattutto, emigrati
illustri che, per quel che sono stati capaci di fare - all’estero, in
particolare, ma anche in Italia -, possano meritare il titolo onorifico di “Ambasciatori della costa
d’Amalfi nel mondo”. Da conferire, ovviamente, con tutti i crismi
dell'ufficialità e in forma solenne.
L’idea mi viene leggendo su Facebook un articolo tratto
dal sito myluxury.it riguardante Salvatore Calabrese, maiorese, classe 1955, che in terra britannica è divenuto
famoso come “re dei cocktail” - tanto da
essere chiamato “The Maestro” - fino a guadagnarsi un posto nel Guiness dei
primati per aver creato il cocktail più costoso al mondo: 5.500 sterline, pari a poco meno di settemila
euro. Un drink realizzato con liquori d’epoca,
quali: Cognac Clos de Griffier Vieux del 1778; Kummel del 1770; Curacao Dubb
Orange del 1860; oltre a due gocce di angostura bitter del 1900. Dev’essere
qualcosa di straordinario, ma io non saprei né potrei giudicarlo: prima perché
non bevo liquori, poi perché per pagarmi solo l’assaggio dovrei impegnare alcune
mensilità di pensione.
Il locale di Calabrese, a Londra, il “Salvatore at Playboy”
di Old Park Lane, è uno dei più esclusivi della capitale. Nella lista dei suoi
clienti ci sono i Windsor (compresa la regina), Robert De Niro, Daniel Craig,
Kevin Spacey, Bruc e Willis, Jude Law, Madonna,Stevie Wonder. E scusate se è
poco.
Un altro personaggio di rilievo è Franco Nuschese, di
Minori, titolare del “Cafè Milano”, che è il più prestigioso ristorante
italiano di Washington, dove nel 2008 ha pranzato anche Benedetto XVI in
occasione di un suo viaggio oltre oceano. E dove, recentemente, la famiglia
Obama ha festeggiato il compleanno della first lady d’America. Anche Nuschese è
un emigrato di lusso. Partito dalla costiera, ha fatto le prime esperienze di
lavoro a Londra, poi si è trasferito negli Stati Uniti. A La Vegas e di lì a
Washington. Il suo “Cafè Milano” è considerato un tempio della gastronomia per la qualità del cibo,
l’efficienza e lo stile del servizio, la raffinatezza dell’ambiente, la
simpatia, il garbo e la capacità di comunicare del proprietario.
Spero che la mia proposta possa essere presa in
considerazione.
Mi riservo di segnalare,
man mano, anche grazie alle indicazioni che mi perverranno dai lettori,
altri nomi (credo di poterne anticipare già qualcuno: Vittorio Perrotta, Eddy Oliva, Angelo
Tajani, senza ovviamente dimenticare padre Enzo Fortunato, Sal De Riso ).
A mio modesto avviso, l'opera dei suoi figli migliori, sparsi per il mondo, rappresenta il miglior biglietto da visita della Costiera: sotto l'aspetto culturale e quello della promozione turistica.
A mio modesto avviso, l'opera dei suoi figli migliori, sparsi per il mondo, rappresenta il miglior biglietto da visita della Costiera: sotto l'aspetto culturale e quello della promozione turistica.
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