Per la XXI Giornata di Primavera del Fondo italiano
per l’ambiente (FAI), la Pinacoteca
Provinciale di Salerno (in via
dei Mercanti) ospita la mostra “Per Europa” di Paolo Signorino, nell’allestimento di Floriana Gigantino, responsabile del Servizio Musei della Provincia. Il catalogo, a cura di Erminia Pellecchia e Laura del Verme, è edito da Arte’m.
Alle pareti, innanzitutto, una rivisitazione del “Ratto d’Europa” di Luca Giordano: un mito che ha appassionato artisti di tutti i
tempi, dall’autore dell’affresco conservato nella Casa di Giasone a Pompei a Guido
Reni, a Botero, senza
dimenticare Tiziano e Lorrain. Come i poeti, del resto: Omero, Ovidio, Metastasio, per
citarne qualcuno. La scena è quella canonica: Europa, la giovane e bellissima
principessa, figlia del re Agenore, portata via in groppa da Zeus, che ha preso
le sembianze di un toro, inghirlandato di fiori. Solo che in Signorino scompare
la corte di amorini che circonda, inneggiando, l’animale. E, sul drappo azzurro,
teso come un vessillo, compare emblematicamente il cerchio delle dodici stelle
dorate, simbolo dell’Unione Europea
che, tra incomprensioni, gelosie e diffidenze, acuite dalla recessione economica,
tiene insieme i paesi del vecchio continente. Finalmente in pace, dopo l’ultimo conflitto
mondiale. Ed è la prima volta che succede nella loro storia. Sembra che
Signorino voglia celebrare proprio questo ritrovato spirito di amicizia e di
solidarietà. Del resto, il rapimento di Europa non è visto, nella letteratura e
nell’arte, se non come gesto d’amore. Da sottolineare la scena: l’animale
impegnato in un galoppo affannoso – perché la ragazza è bella, sì, ma solida
nelle fattezze – in un contesto silenzioso, piatto, deserto: un’ampia distesa di spiaggia, che lascia
pochissimo spazio al mare, sullo sfondo di una montagna che richiama quella di
Capo d’orso. E un olivo, che, seppure snello, ha profonde radici, con ricca
chioma sulla quale volteggia la colomba. A simboleggiare la pace conquistata e rinsaldata.
Paolo Signorino (dal catalogo della mostra) |
Nell’introduzione al catalogo, il filosofo Giuseppe Cacciatore individua tre
elementi caratterizzanti della pittura di Paolo Signorino: il segno, l’immagine e l’idea.
Segno e immagine che si fondano su “un’idea
forte che tiene insieme, con la coerenza dell’immediatezza della visione e
della consapevolezza concettuale, l’opera del pittore e la realtà
etico-politica del nostro tempo”: l’idea
di una dimensione unitaria della cultura
e dello spirito. “E’ grazie ad essa –
nota Cacciatore – che è possibile
percepire l’acuta crisi politica e spirituale dell’Europa, ma anche di tornare alla
sua originale costituzione aperta e plurale: l’Europa che affonda le sue radici
nelle tre grandi città simbolo dell’antichità classica: Atene, Roma e Gerusalemme.
E’ la stessa tensione dialettica che vedo emergere dalla traccia pittorica di
Signorino, nella quale, almeno a me sembra, viene in primo piano, tra i volti
assorti e pensosi dei poeti e il caleidoscopio dei paesaggi europei, un’idea di
vita storica che è fatta di contrasti e negazioni, ma che è anche espressione e
ricerca di unità, realizzazione ininterrotta di positività e di libertà”.
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