venerdì 8 marzo 2013

"VISIBILE IN ASCOLTO": LA MOSTRA DI CARLO DI LORENZO A SALERNO. INAUGURAZIONE, IL 16 MARZO



Sabato 16 marzo, alle ore 19.00, presso le Scuderie di Palazzo Genovese in Largo Campo a Salerno,  sarà inaugurata la mostra di Carlo di Lorenzo "Visibile in ascolto", che rimarrà aperta fino al 24 marzo. In esposizione, 25 piastre ceramiche, tutte realizzate nell'ultimo anno. È un percorso espositivo che intende illustrare alcuni tra i luoghi più celebri della Città di Salerno e della sua provincia, dalla Costa amalfitana a quella cilentana, recuperando la tecnica delle antiche 'riggiole', vale a dire delle mattonelle in terracotta dipinta con smalti, lavorate a mano dall'autore presso la Ceramica Vietri Antico "Francesco De Maio".  

Carlo di Lorenzo, Il campanile dell'Annunziata
«L'originalità della ricerca artistica di Carlo di Lorenzo, in questa sequenza  immaginativa di “occasioni” visive – scrive il curatore Marco Alfano nel catalogo  – non riguarda tanto l'aspetto figurale, concepito nei termini d'una concentrata gravitas, rivelandosi piuttosto nell'accostamento di un segno rigoroso alla contingenza del gesto pittorico dello smalto “colato” in modo da creare astratte figure sulla superficie grezza della terracotta; sembra quasi che tale luminosa durezza possa tramutarsi in un “argine” metaforico alle ondate dell’oblio, preservando la memoria dei luoghi, da sempre al centro degli interessi dell'autore; quasi che l'onda “esclusivamente” bianca della ceramica possa rappresentare un riparo ai preziosi e fragili sedimenti della nostra storia, destinata a subire le 'mareggiate' di un Tempo che s'abbatterà implacabile su di esse». 
«Questa mostra personale di Carlo di Lorenzo – rileva Ermanno Guerra, assessore alla Cultura del Comune di Salerno testimonia l'amore incondizionato dell'autore per la città; si tratta di 25 'riggiole' dedicate ad altrettanti luoghi celebri, da S. Pietro a Corte al Duomo, dalla Rotonda alla chiesa dell'Annunziata, immagini dove emerge un'autentica passione “civile”, che sa riallacciare l’accento commosso dello sguardo dell'artista alla sapienza dello storico, che sa guardare con sensibilità ad una vicenda complessa e ricca come quella della nostra Salerno».


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