Edoardo
Oliva ha scritto questa mattina su Facebook
che ieri è stato a pranzo con re Carlo
Gustavo di Svezia. E ha aggiunto che, nel corso del pranzo, è riuscito a
fargli cantare ‘O sole mio. Evviva! Ecco
una delle nostre “eccellenze”, che io ho già segnalato tra coloro che, a mio modesto
avviso, dovrebbero essere insigniti del titolo di “ambasciatore della costa d’Amalfi nel mondo”. Spero che la Conferenza dei sindaci, presieduta
da Antonio Della Pietra, voglia
prendere in considerazione l’idea.
Edoardo – in arte Eddie – lo conosco da quando era ragazzo. E’ stato mio alunno all’Istituto
professionale per il commercio di Amalfi, quando ne ero anche direttore. Ricordo
quel periodo della mia vita con tanta nostalgia. Avevo preso in mano le redini della scuola in una situazione difficile,
quasi insostenibile. Ma subito si creò, tra me e gli alunni, un rapporto di
fiducia e di collaborazione molto bello. Portammo avanti tante iniziative. Tra
queste, quella di celebrare l’inizio dell’anno scolastico in modo solenne, a
cominciare dalla messa in cattedrale. La chiamarono “messa beat”, perché
accompagnata da canti (e strumenti) per così dire non in linea con l’ortodossia
dell’epoca: chitarre, sax, batteria… Tanto che l’arcidiacono, il buon don Andrea Afeltra, di venerata
memoria, se ne scappò inorridito e scandalizzato dal fatto che, a darci l’autorizzazione
a fare quel “baccano”, era stato addirittura l’arcivescovo monsignor Jolando Nuzzi. Poi, nella sede della
scuola (ex Convitto Scoppetta), ci fu la distribuzione - agli studenti che
avevano ben figurato l’anno precedente - di libri e diplomi di merito. Con
codicillo di spumante e pasticceria varia. Edoardo Oliva, col suo complesso (non
mi ricordo i nomi degli asltri componenti e me ne rammarico), fu protagonista indiscusso
di quell’evento.
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Eddie Oliva canta per re Carlo Gustavo di Svezia |
Proprio nei giorni scorsi, sul mensile “Furore” diretto da Donato Bella, è uscito un lungo articolo dedicato a Eddie, firmato
da Angelo Tajani, altro amico che
vive in terra scandinava. A sollecitarlo è stato Agostino Ferraiuolo, che su quel giornale sta curando una serie di intelligenti
e puntuali interviste ai nostri emigrati che si sono affermati, in vari campi,
fuori del territorio nazionale. Ecco come Oliva - appartenente a una numerosa
famiglia di Scala - si racconta: “Mi sono
diplomato Perito Aziendale, ma non ho mai lavorato in quel settore perché ho
sempre cantato nei night della costiera”.
Ma anche in un ristorante alla moda a Londra, su una nave crociera (se
non sbaglio, faceva parte del gruppo di “Love
Men” e fui io a procurargli il contratto sulla nave “Caribia” della Siosa
Line). Fino a quando, a Majorca, incontrò una ragazza svedese che lo traghettò
in Scandinavia. Dove ha continuato la sua attività di cantautore. “Non ho trovato alcuna difficoltà in Svezia,
tranne il freddo! La conoscenza dell’inglese, la chitarra e la voce hanno fatto
il resto”, dice. Lì ha conquistato ben presto grande popolarità, approdando
allo schermo televisivo. “Provate a pronunciare il suo nome - scrive Tajani - e noterete che i volti degli svedesi si
illuminano di una strana luce. Le signore mature, in modo particolare, lo
adorano per il modo in cui canta le sue composizioni, accompagnandosi con la
chitarra, e per la simpatia prettamente mediterranea che è in grado di
sprigionare quando si esibisce in pubblico”. Ha conquistato il primo posto
della hit-parade, una volta ha ricevuto persino i complimenti di Luciano Pavarotti.
Ora, il pranzo col sovrano. Che non è nemmeno una
novità. Fu già chiamato a Palazzo reale per allietare con la sua voce e le sue
note il banchetto privato allestito in occasione degli 85 anni della
principessa Lilian, zia di re Carlo Gustavo, scomparsa pochi giorni fa. Prima
di allora, nessun cantautore italiano aveva varcato quella maestosa soglia.
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