Venerdì 8 marzo, "festa della donna". Più correttamente, dovrei scrivere: "Giornata internazionale della donna" o "Woman's Day", considerato che la ricorrenza viene a noi dagli Stati Uniti e risale ai primi del novecento. Per la precisione, al 1908 (qui è arrivata nel 1922). Nata per celebrare le conquiste delle donne sul piano umano e dei diritti sociali, politici, economici, essa oggi assume la forza e il valore di un monito contro tante inaccettabili e inammissibili situazioni di disagio in cui esse sono ancora costrette a vivere. Soprattutto, contro la violenza - nelle case, sul lavoro, nella società - di cui sono spesso vittime. Basta seguire telegiornali e talk-show per rendersene conto.
Le statistiche (non aggiornate, purtroppo) sono agghiaccianti.
"In Italia una donna su tre tra i 16 e i 70 anni è stata vittima nella sua vita
dell'aggressività di un uomo. Sono sei milioni 743 mila quelle che hanno subito
violenza fisica e sessuale. Ogni anno vengono
uccise in media 100 donne (dal marito, dal fidanzato o da un ex). Quasi 700 mila donne hanno subito violenze
ripetute dal partner, nel 62,4% dei casi addirittura alla presenza dei figli. Il 10% circa degli omicidi avvenuti in
Italia dal 2002 al 2008 ha avuto come prologo atti di stalking.
Gli ultimi dati Istat sono relativi al 2006 e alla fascia di
eta' 16-70 anni. Raccontano che nei 12 mesi precedenti alla rilevazione il
numero delle donne vittime di violenza ammonta a 1 milione e 150 mila (5,4%), e
che sono le giovani dai 16 ai 24 anni (16,3%) e dai 25 ai 24 anni (7,9%) a
presentare i tassi più alti. Il 3,5% delle donne ha subito violenza sessuale
(stupro, tentato stupro, molestia fisica sessuale, rapporti sessuali con terzi,
rapporti sessuali non desiderati, attività sessuali degradanti e umilianti), il
2,7% fisica. Lo 0,3%, pari a 74 mila donne, ha subito stupri o tentati stupri.
La violenza domestica ha colpito il 2,4% delle donne, quella al di fuori delle
mura domestiche il 3,4%.
Fa riflettere il fatto che nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate.
Ma c'è di più. In un convegno organizzato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil nel novembre scorso, la direttrice del dipartimento statistiche sociali e ambientali dell'Istat, Linda Laura Sabbadini, ha ha dichiarato che ben 842 mila donne hanno denunciato di aver
subito ricatti sessuali sul luogo di lavoro: a 488mila è stata chiesta una disponbilita' a
rapporti sessuali; 247 mila hanno ricevuto una richiesta in cambio
dell'assunzione; 234 mila hanno ricevuto una proposta in cambio di
mantenere il posto di lavoro o di fare carriera. Altre 125 mila lavoratrici hanno
subito varie forme di ricatto. Secondo un'indagine,, infine, sono un milione
224mila le donne a rischio molestia sul posto di lavoro.
Alla luce di queste situazioni, l'8 marzo, più che una "festa", diventa una "discesa in campo" (espressione ormai di moda) per dire: "basta!".
Segnalo qui due iniziative. Un Flash mob (raduno) a Maiori, in Costa d'Amalfi, organizzato dall'associazione Parteras, d'intesa con il Comune, nell'ambito di One Billion Rising:
un evento che ha portato alla
luce la
violenza che viene perpetrata nei confronti delle donne in ogni parte
del mondo. E' ispirato alla canzone "One Billion Rising: Break the Chain": un invito a spezzare la catena, a ballare per amare,
per sognare, per cambiare le regole del
gioco.
L'appuntamento è per domani pomeriggio, giovedì 7 marzo, nel salone degli Affreschi di palazzo Mezzacapo, con
questo programma: proiezione di alcuni video sulla violenza contro il
mondo
femminile, intervallati da brani musicali eseguiti dalla giovane
flautista
Flavia Di Martino. A seguire ci sarà la danza di protesta “One billion
rising” con la partecipazione di un gran numero di donne provenienti da
tutta la costiera. Quindi, discussione aperta sui temi più scottanti,
legati alla violenza sul mondo femminile.
One Billion Rising (foto tratta dal sito Facebook del Comune di Maiori) |
Il Flash mob si ripeterà venerdì 8 marzo, alle ore 10.00, nello spazio antistante Palazzo Mezzacapo, sede di rappresentanza del Comune di Maiori.
Flash mob anche a Capri, nella famosa piazzetta, dove, venerdì 8 marzo, alle ore 16.00, sempre sulle note di “Break the chain”. E' stato
organizzato in maniera semplice e spontanea attraverso il tam-tam in
rete: con un gruppo nato su Facebook (http://www.facebook.com/events/511181295587208/?ref=ts&fref=ts). L'intera popolazione dell'isola
è stata chiamata a raccolta e già centinaia
sono le adesioni pervenute. “Siamo convinte - affermano le promotrici - che il problema esiste
anche sull’isola di Capri, che troppo spesso viene considerata un posto
tranquillo e sicuro, ma non sempre è così. Riteniamo, dunque, necessaria la
partecipazione attiva di tutta la cittadinanza al fine di sollecitare gli
organismi pubblici ad affrontare la tematica con serietà e pervicacia. Il
flash mob è un'occasione, è una grande
opportunità. E' il momento per dire: ‘sappiamo che le donne anche qui subiscono
violenze domestiche’, per dire 'noi non l'accettiamo’, per sollecitare gli
organi pubblici a prevenire, studiare il problema, a trovare soluzioni".
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