 |
Alfonso Della Mura in una scena del film |
Passata l'ondata di freddo e pioggia, sembra che la
primavera non voglia farsi attendere.
I
segnali si sono intravisti oggi: bella giornata per davvero. Col cambio di
stagione, prossimo anche in calendario, volgono al termine gli
appuntamenti, organizzati a
Maiori dall’
Associazione La feluca in collaborazione con il Comune, nell’ambito dell’iniziativa
“Sottocosta”, nata per movimentare
le serate d’inverno. L'ultimo, forse
(ma perché non prevedere qualcosa per l'8
marzo, festa della donna?), sarà quello di
venerdì 1° marzo, alle
ore diciotto.
In programma, la proiezione del film di
Roberto Rossellini ”La macchina
ammazzacattivi”, ambientato a Maiori e ad Atrani, interpretato da
Giacomo Furia
(Romano Cuccurullo),
Marylin Buferd (la ragazza americana),
William Tubs (il
padre della ragazza),
Giovanni Amato (il sindaco),
Joe Falletta,
Piero Carloni,
ma principalmente da gente del posto. Come, del resto, il grande regista era solito fare.
Alfonso Della Mura, ad esempio, il fotografo "
Celestino" (il laboratorio utilizzato per le scene era quello di una "vera" e brava fotografa,
Raffaella Savastano), nella vita di tutti i giorni faceva il falegname. Tra gli "attori" maioresi cito
Angelo Della Mura (detto 'o trombone),
Leopoldo Pagliara,
Carlino Rumolo,
Baldassarre Mammato, Gennaro Torelli, Andrea Macchiarola, Gaetano d'Amato (ce ne sono altri, ma in questo momento i loro nomi mi sfuggono).
Nata da un soggetto di Eduardo De Filippo e girata nel 1948, tra difficoltà e interruzioni, uscita infine nelle sale quattro anni dopo, la pellicola
- che conserva intatto il suo fascino, la sua piacevolezza, nonostante il lungo tempo trascorso - fu il tentativo di Rossellini di avvicinarsi
alla commedia dell'arte, mettendo insieme elementi fantastici, surreali,
tragici, grotteschi, seri e faceti.

La trama ha tutto il sapore della favola. Ecco come la
riassume
Cooming soon: «Celestino,
modesto fotografo di paese,è un uomo semplice, amante della giustizia e molto
devoto a S. Andrea. Una sera di festa, un vecchio viandante, nel quale egli
riconosce il suo Santo, gli chiede alloggio e gli insegna un metodo infallibile
per sopprimere, per mezzo del suo primitivo apparecchio fotografico, tutti i
cattivi e i disonesti, ripulendo il paese. Basterà che egli fotografi per la
seconda volta una persona già fotografata, ritraendola dalla prima fotografia:
la persona così designata morrà. Una vecchia avara ha lasciato una cospicua
somma da dividersi tra i tre più poveri del paese: quest'atto generoso desta le
cupidigie di molte persone, che si danno da fare per impedire che si adempiano
le clausole del testamento. Interviene Celestino, il quale fa giustizia, inviando
i malvagi al cimitero. Il testamento è rispettato, i poveri vengono beneficati;
ma Celestino scopre che anche i poveri sono disonesti e manda al cimitero anche
quelli. A questo punto riappare il viandante, che non è S. Andrea, ma un
diavolo, il quale fa presente a Celestino che non si può ottenere il bene
facendo il male. Celestino si riscuote: è stato solo uno strano sogno. Le sue
presunte vittime sono tutte vive e vegete.»
GRAZIE PER AVER FINALMENTE DATO LA VERA IDENTITA'A GENNARO PISANO.
RispondiEliminaalfonso della mura jr.
Grazie per aver dato finalmente la vera indentita'a gennaro pisano
RispondiEliminaAlfonso della mura jr