sabato 16 febbraio 2013

SI PRESENTA AD AMALFI IL VOLUME DI PADRE GIANFRANCO GRIECO "SOPRA IL CIELO DI RAVELLO" DEDICATO AL BEATO BONAVENTURA DA POTENZA



Mi dispiace di non poter essere, in questo momento, ad Amalfi, dove, all'Hotel Luna, si sta presentando il volume di Padre Gianfranco Grieco "Sopra il cielo di Ravello - 60 anni con il Beato Bonaventura da Potenza",  Libreria Editrice Vaticana. Relatori, insieme con l'autore, lo storico Giuseppe Gargano, il teologo Padre Edoardo Scognamiglio,  il vice direttore della Sala Stampa della Santa Sede Angelo Scelzo. Credo che l'opera sia una ristampa,  aggiornata, di quella pubblicata col titolo "Il pellegrino della Costiera" nel 1989.
Come ebbi a scrivere allora, sul Beato Bonaventura da Potenza esiste una densa bibliografia che si apre con la “Vita” scritta da F. Giuseppe Maria Rugilo nel 1754.  Questo a dimostrazione dell’importanza del personaggio e di un carisma che è giunto a noi intatto a più di tre secoli  dal suo passaggio sulla scena terrestre. 
Nota il Rigilo che egli visse “da innocente, da penitente, e da Apostolo. Non ebbe molta letteratura; ma non ne fu nudo del tutto… Fu di poche parole, e parlò regolarmente con voce bassa e soave. Ebbe volto facile ad accendersi, florido e giovanile, fino all’ultima vecchiezza; né portò mai sembianza d’Uomo mortificato”. Aggiunge Gianfranco Grieco che si bruciò di un “amore senza limiti” verso i poveri, esercitò la virtù della pazienza, mortificò giorno e notte la sua carne, visse con “illibata purità”, preferì la povertà ad ogni bene. Fu protagonista, già in vita, di episodi prodigiosi. Ma furono i miracoli compiuti post mortem, approvati da Papa Clemente XIV a determinarne la beatificazione, avvenuta nel 1775, appena sessantaquattro anni dopo la sua dipartita. Il Rugilo ne dà ampia notizia, desumendola dagli atti processuali. Cito alcuni casi: una suora affetta da “maligne pustule intorno alla regione del naso”, un fanciullo colpito da “bruttissima lebbra per tutto il corpo”, un frate precipitato dal campanile della chiesa di Ravello e ridotto in fin di vita. Tutti tornati istantaneamente e perfettamente sani al contatto con il sepolcro del Padre Bonaventura.
Il quale – sottolinea Gianfranco Grieco – praticò l’umiltà e fece della “obbedienza eroica” l’idea fissa di tutta la sua vita di consacrato a Cristo, alla Chiesa, all’Ordine, al popolo.  Sintetizzando, potrei dire che era un semplice, di mente e di cuore. Qualche esempio illuminante: “A Capri, per obbedienza al suo superiore restò per un giorno intero nell’orto del convento. I fatti andarono così. Il Padre Superiore venne chiamato d’urgenza per mettere pace tra due litiganti che dalle parole stavano purtroppo, come spesso accade, passando ai fatti. Il Padre Guardiano si trovava nell’orto insieme con padre Bonaventura. ‘Aspettami qui, perché ritorno fra poco’. ‘Sì’ – rispose il Padre Bonaventura. Ma, quel ‘fra poco’ durò un giorno intero. E quando il Superiore ritornato a casa chiese ai religiosi dove si trovasse Padre Bonaventura nessuno seppe dare risposta. Stava ancora nell’orto in attesa di ricevere un altro ordine dal suo superiore…”. Ad Amalfi, “era un caldo mattino d’estate, mentre portava tra le mani un pezzo di ghiaccio, Fra Bonaventura incontrò il Padre Superiore della fraternità conventuale al quale chiese dove portarlo. ‘Portalo nell’armadio della sagrestia’ – gli rispose con tono faceto il Superiore volendo sottolineare l’inutilità della domanda –. Ma, Bonaventura prese alla lettera l’indicazione del Padre Superiore e depose il pezzo di ghiaccio nell’armadio degli arredi sacri. Venuta l’ora del frugale pasto il Superiore non vedendo a tavola il ghiaccio, chiese a Fra Bonaventura dove mai fosse andato a finire il pezzo di ghiaccio avuto in elemosina in mattinata. ‘Nell’armadio della sacrestia’ – rispose –. Meravigliati da tanta ingenua e disarmante obbedienza i religiosi accorsero in sagrestia e con grande stupore trovarono il pezzo di ghiaccio intatto e asciutti gli indumenti sacerdotali”. Mi tornano subito alla mente le parole di Gesù: “Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli… Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”. La festa del Beato Bonaventura, che è sepolto sotto l'altare nella chiesa del convento di san Francesco a Ravello, ricorre il 26 ottobre.

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