Oggi, festa della Candelora (dal latino "candelorum" = benedizione delle candele). Un vecchio detto insegna: "Cannelora, stàte dinto, vierno fòra" (cioè: finisce l'inverno, comincia l'estate). Se mi affaccio al balcone, m'accorgo subito che non è proprio così. Non fa freddo, ma il cielo è denso di nubi e tira forte vento. Qualche segno della primavera, prossima a venire, si avverte nei germogli che cominciano a spuntare sui rami dei siliquastri (alberi di Giuda), che a breve si riempiranno di fiori rosa. Il quartiere dove abito ne è ricco.
La Candelora ricorda la presentazione di Gesù al tempio: “portarono il Bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto
nella legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore”(Luca, 2,21-24).
Leggo che questa festa cominciò ad essere celebrata in Oriente con il nome di “Ipapante”
(Incontro): "Dio incontra l’uomo e l’uomo incontra Dio e, incontrando Dio, incontra gli
altri uomini nella pace e nella gioia".
Nel VI secolo si estese in Occidente: a
Roma con carattere più penitenziale e in Gallia (Francia) con la solenne
benedizione e processione delle candele. Per questo fu anche detta Candelora. La
Presentazione del Signore chiude le celebrazioni natalizie (nelle case si smantellano i
presepi) e, con l’offerta della Vergine Madre e la profezia di Simeone (Luca,.
2,33-35), apre il cammino verso la Quaresima e la Pasqua.
La candela simboleggia Cristo "luce per illuminare le genti", come
venne chiamato il neonato Gesù dal vecchio Simeone.
In ricordo di quell'avvenimento, in chiesa si procede alla benedizione delle candele, distribuite poi ai fedeli. Ricordo che mia madre ne aveva sempre una conservata in un cassetto. Mai utilizzata, neppure in occasione di un black-out elettrico. Si sarebbe potuto accenderla, diceva, solo in una situazione di grave pericolo. Un "rito", anche questo, nel quale certamente si fondono religiosità e superstizione. Sembra, del resto, che la Candelora abbia sostituito un'antica usanza pagana, se è vero che, alle calende di febbraio, in onore della dea Februa (Giunone), si usava scorazzare per le città con fiaccole accese.
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