giovedì 21 febbraio 2013

NEL CUORE DELL'AGRO, A NOCERA SUPERIORE, VILLA DE RUGGIERO OSPITA UNA STRAORDINARIA "RACCOLTA DI ARTI APPLICATE"



Il foulard "Gioia Felicità" di Irene Kowaliska
Ieri mattina ho visitato Villa De Ruggiero, a Nocera Superiore. Nel cuore dell’agro, inserita in un parco ben tenuto, in larga parte coltivato ad aranceto, a ridosso del torrente Cavaiola, è una elegante costruzione ottocentesca, adeguatamente restaurata. Dal 2009 la Provincia di Salerno vi ha collocato una straordinaria “Raccolta di Arti applicate”. Ero già stato qui, nell’estate scorsa, ma solo per studiare il bel foulard di Irene Kowaliska, “Gioia e felicità”, sul quale ho scritto un piccolissimo saggio pubblicato nel volume “L’arte della felicità”, edito dalla Provincia-Settore Musei e Biblioteche in occasione dell’ultima edizione del Giffoni Film Festival.
 Sirena  di Lucio Liguori
La prima cosa che mi ha colpito è che l’imponente, prezioso materiale di questa “Raccolta” – un migliaio di “pezzi” o “opere” -, accumulato grazie soprattutto a donazioni, ha trovato in questa sede una sistemazione razionale, che ne consente la piena fruibilità. Un tempo considerate arti minori – viene sottolineato -, le arti applicate abbracciano tecniche e materiali diversi, dalle stoffe ai vetri dipinti, dai batik alle ceramiche. La loro diffusione nel territorio salernitano, in particolare a Vietri sul Mare e a Positano, è legata in particolare alla presenza,  fra gli anni Venti e Trenta del Novecento, di artisti provenienti dal nord Europa, quali Irene Kowaliska, Elsie Schwarz Dölker, Richard Dölker.
Il museo è suddiviso in queste sezioni: - Smalti e colori del Mediterraneo: le riggiole napoletane e vietresi tra fine Settecento e inizi Novecento; - Un grande affresco della Natura sul golfo di Scario: i batik di Monica Hannasch; - Una “artista-artigiana” tra Vietri e Positano: Irene Kowaliska; - Nel mare delle Sirene: il mito delle isole Li Galli a Positano; - In viaggio nel Sud arcaico con Richard Dölker (1921-1933); - Turismo culturale: manifesti del salernitano dagli anni Venti agli anni Cinquanta; - La “Ceramica di Posillipo”: una singolare avvenuta ceramica del Novecento (1937-1947);  - Scene floreali e immagini vesuviane su tapparelle di inizio Novecento: la donazione Sbriziolo De Felice; - Le iridate profondità marine della costiera amalfitana: le ceramiche di Giancappetti.
Arbor vitae di Monica Hannasch
Mi limito a segnalare la ricca collezione di riggiole (piastrelle decorate per pavimenti), che rappresentano una parte consistente della nostra memoria storica non solo perché le fabbriche, che le producevano, erano motore trainante dell’economia (a Vietri sul Mare come a Napoli), ma perché – con la guerra e, dopo, con la smania del nuovo – molti pavimenti piastrellati  dell’ottocento e del primo novecento sono andati perduti. Il campionario esposto è, dunque, di eccezionale interesse.

Suggestiva, poi,  la sezione dedicata alle Sirene, il cui mito è strettamente legato al viaggio di Ulisse, sì, ma pure al piccolo arcipelago de Li Galli, al largo di Positano, dove queste mitiche creature -  si dice  - tentarono di fermare il viaggio dell’eroe omerico con la seduzione del loro canto. Di sirene ce ne sono tante: in certi batik di Monica Hannasch e nelle ceramiche - vasi, piatti, lampade - , che recano marchi prestigiosi:  Macs, Ics, Avallone, Pinto, Solimene, oppure la firma di artisti quali Giovannino Carrano, Guido Gambone, Giancappetti, Mario Carotenuto, Lucio Liguori, Wanda Fiscina. Senza, ovviamente, dimenticare i “tedeschi”: Richard Dölker, le già citate Monica Hannasch - spettacolari i suoi batik, grandi stoffe lavorate e dipinte con maestria, tecnica, estro - e Irene Kowaliska, della quale sono da vedere anche i deliziosi disegni, i ricami, persino i biglietti augurali e la carta da parato).
Un’ultima segnalazione: la collezione di manifesti promozionali risalenti in parte agli anni venti–trenta e in parte agli anni cinquanta nel Novecento, riferiti ai centri turistici più rinomati: Amalfi, Paestum, Ravello, Salerno.

2 commenti:

  1. avrei bisogno di avere il blog in cui si parlava di Dario Poppi come amico di Guido Giambone, è del 5, 01, 2010, e mi piacerebbe capire la fonte che è stata usata per riferire l'incontro del 1928 tra Giambone e Poppi. Sto lavorando su un diario di Poppi che non contiene quelle informazioni
    grazie
    Pietro Clemente
    pietro.clemente@unifi.it

    RispondiElimina
  2. vorrei notizie della fonte relativa a Dario Poppi, per l'incontro del 1928 di cui si parla il 5.1.2010 nel blog a proposito di Gambone. Sto lavorando su Poppi.
    pietro.clemente@unifi.it

    RispondiElimina