Fra qualche ora, sia lode al Cielo, il
caravanserraglio chiude. Senza che la campagna elettorale, condotta più su
slogan, insulti, menzogne, false promesse, manifestazioni di populismo, giochi sottobanco (perché, nessuno
me lo toglie dalla testa, ci sono anche questi), sia riuscita a chiarire le
idee di chi, tra domenica e lunedì, dovrà recarsi alle urne. Io tra questi.
Verrebbe voglia di starsene a casa, considerate anche le cattive condizioni
meteorologiche, se non fosse per quella frase di Roberto Benigni, che gira su Facebook: "L'indifferenza e il non voto sono i nemici, se ti tiri fuori dai
il potere alla folla, che sceglie sempre Barabba". Da meditare,
eccome!
Proprio ieri, sul Corriere della sera, Beppe Severgnini ha pubblicato un decalogo
per un voto rassegnato e pratico, che a me pare del tutto appropriato. Lo riporto qui, sostituendo
alle note esplicative dell’autore alcune mie osservazioni:
1) Ricordate
cosa hanno detto (i leader dei vari partiti in particolare, prestando
attenzione a falsità, incoerenze, sciocchezze varie: scartate subito chi le ha
dette più grosse)
2) Ricordate
cosa hanno fatto (soprattutto coloro che già hanno avuto esperienze al governo o in parlamento, e magari anche a regioni, province, comuni)
3) Ricordate
cosa non hanno fatto (come sopra)
4) Cercate
risposte (nei dibattiti e nelle conferenze stampa in Tv: valutate chi vi
ha convinto di più, o vi ha deluso di meno)
5) Guardate
di chi si circondano (i leader sono spesso attorniati da adulatori vari,
a cominciare dai portaborse, ma anche da personaggi poco commendevoli: indagati,
inquisiti, chiacchierati. State alla larga)
6) Premiate
il realismo (è facile promettere, nota Savergnini, ma chi si candida a
guidare un Paese deve mostrare, invece, misura e senso di responsabilità.
Secondo me è la cosa che più è mancata in questa campagna elettorale)
7) Non
votate con la pancia (significa che non dovete farvi condizionare da
simpatie e antipatie. E neppure da chi grida e si agita di più. Non fate gli ultrà: le elezioni non sono una partita di calcio)
8) Guardate
la faccia (anche questo conta. Gli americani, riferisce Savergnini, per
stabilire la credibilità di un candidato, dicono: “Comprereste un’auto usata da
questa persona?”. Purtroppo, in Italia è una regola che si segue poco, tanto
vero che Wanna Marchi ha fatto affari d’oro. Si diceva una volta: le parole
muovono, gli esempi trascinano. Vale anche in politica)
9) Usate
la testa (capisco bene che non è facile orientarsi dopo una campagna
elettorale che non ha affrontato i problemi reali del Paese, non ne ha suggerito
soluzioni appropriate e credibili, perdendosi invece in personalismi e litigi
di bassa lega; però un piccolo ragionamento prima di andare a mettere quel
benedetto/maledetto segno di croce sulla scheda bisogna farlo)
10) Scegliete
il meglio, o almeno evitate il peggio (so che non è facile, ma occorre
che tutti ci sforziamo in questo senso).
E che Dio ce la mandi buona.
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