Ho sotto gli occhi il libro di Mario Lunetta e Cosimo Budetta, “Campanella
d’allarme”, edito fuori commercio da De Luca-Salerno nel dicembre scorso con la
prefazione di Marcello Carlino, noto saggista e critico letterario. E’ dedicato alla memoria di Edoardo Sanguineti,
“campanelliano perenne”. Un bel libro, formato album, non grande (meno di
cinquanta pagine), impresso su lucido cartoncino, con una bella copertina di Budetta, autore anche delle interessanti e piacevoli illustrazioni che accompagnano il
testo. Per capire di che si tratta, lascio la parola a Carlino: “E’ battuto un
verso – e il verso qui è preso da Tommaso Campanella, sonoro della vocalità
infortita della sua poesia – e, dato così il ‘la’, Mario Lunetta ci mette un
distico. Lo aggiunge venti volte ciascuna, per venti pronunce incipitarie di
Campanella”. Insomma, il primo verso di ciascuna terzina è di Campanella: se ne
aggiungono altri due, tutti endecasillabi, e il terzo fa rima col primo.
Esempio: “Convien al secol nostro abito negro / e la fuga dei giorni non si
conta, / ma coi miei mali me ne resto allegro”. Oppure: “Colpa e vergogna della
nostra gente, / questa torva mancanza di memoria / che non conosce né trattiene
niente”. Indubbia l’attualità di questa ultima affermazione.
Un puro esercizio di virtuosismo artistico-letterario? Direi proprio
di sì. Ma anche un divertissement per Lunetta e Budetta (fanno rima anche i
cognomi!), collaudati sperimentatori di generi letterari e artistici. Tiro in
ballo ancora Marcello Carlino: “Dire ‘a quattro mani’ [questo libro] non basta,
però; questo libro è a sei mani. Le venti terzine di Lunetta su ipotesti di
Campanella, infatti, vi funzionano da ‘didascalie’ possibili delle immagini,
pari nel numero, di Cosimo Budetta, con la stessa forza biunivoca con cui le
grafiche a colori di Budetta funzionano da possibili ‘didascalie illustrate’
dei trittici in versi di Lunetta, che arruola a coautore Campanella. E questo
mi pare un chiaro segnale di cittadinanza elettiva nel paese dei libri d’artista;
e dico anzi, al riguardo, che forse non v’è forma migliore in cui un libro d’artista
può essere pensato e realizzato”.
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