Testa di Apollo |
Ho già pubblicato qui la notizia della riapertura del Museo archeologico provinciale di Salerno (via San Benedetto), in programma lunedì 18 febbraio alle ore 17.30. Mi sembra giusto (e doveroso) aggiungere qualche altro dettaglio, riferito in particolare al reading musicale "Il passato errante", fulcro della cerimonia inaugurale, dopo il rituale taglio del nastro, che avverrà alla presenza di Angelo Michele Lizio, dirigente settore Patrimonio della provincia; Angela Pontradolfo,
docente di Archeologia classica dell’ ateneo cittadino; Adele Campanelli, soprintendente ai Beni Archeologici del province
di Salerno, Benevento, Caserta e Avellino; Barbara
Cussino, dirigente del settore Musei e Biblioteche di Salerno, unitamente
all’intera dirigenza dell’amministrazione provinciale: Matteo Bottone, assessore al patrimonio cultura e beni culturali; Antonio Iannone, presidente della Provincia; Edmondo Cirielli, ex presidente della Provincia e presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati. I loro interventi saranno moderati da Pasquale Petrillo, capo dell'ufficio stampa della Provincia.
Il ricco patrimonio di reperti del museo verrà ripresentato in un nuovo
allestimento giocato su due piani e animato, come ho detto sopra, da un reading
musicale dal titolo “Il passato errante”.
Antonio e Alberto Senatore |
"Il
nomadismo - sottolinea il comunicato stampa - è linfa del nostro sangue. Ci piaccia o no siamo tutti figli di emigranti.
Da popoli in fuga, in esilio o in cerca di fortuna, a volte trascinati altrove
come schiavi, è nata la nostra civiltà. Se ne cerchiamo davvero le radici
dovremo guardare all'Africa del primo ominide, all'Asia delle culture
mesopotamiche, alla Cina. Inarrestabile il cammino delle migrazioni. E prezioso.
Se ci immergiano nella profondità di questo vortice che costruisce e distrugge
la storia. Se coltiviamo la memoria anche recente di quest'esperienza comune.
Ed evitiamo di chiuderci a riccio di fronte alla diversità che ci spiazza, ma
ridisegna il mondo."
E' da
queste riflessioni che nasce il progetto "Il
passato errante", a cura di Olga Chieffi e Pasquale De Cristofaro con le coreografie di Loredana Mutalipassi, pensato appositamente per la riapertura del
museo, inteso non come un semplice contenitore di reperti, ma un luogo vivo dove ancora
oggi pulsa il cuore di popoli venuti da lontano ed il loro incontro con altre
culture: scambi, incroci, contaminazioni che hanno dato vita alla nascita del
mito.
Franco Florio |
Sul
mare di versi si muoveranno le onde oniriche dei suoni del flauto di Antonio Senatore, docente del conservatorio musicale di Salerno e del violoncello di suo figlio Alberto Senatore, dei due clarinetti dei giovanissimi Andrea Caputo e Marco Frasca e dei sassofoni di Antonio e Francesco Florio,
mentre le danzatrici del TeatroStudio accompagneranno il visitatore in un
viaggio dell'anima. “La musica afferra il presente, lo ripartisce, e ci
costruisce un ponte che conduce verso il tempo della vita”. Le parole di John
Berger e Jean Mohr fanno da assunto alla performance di Antonio e Alberto
Senatore, che proporranno la Sonata in fa maggiore per flauto e basso continuo
di Georg Philipp Telemann, mentre il violoncello solo eleverà anodina e misteriosa la
I suite di Johann Sebastian Bach.
Andrea Caputo |
La ribalta toccherà poi a due giovani allievi di Giovanni De Falco: il
quattordicenne Marco Frasca con lo Studio primo di Gaetano Donizetti e
Andrea Caputo con tre pezzi di Igor Stravinskij, per poi
confrontarsi con la
scuola napoletana del suo strumento, della quale è diretto depositario: in particolare con con la Rapsodia di Giacomo Miluccio, maestro di Giovanni
De Falco.
La scuola italiana di sassofono è nata a Salerno e i diretti
depositari dei segreti del suono del caposcuola Francesco Florio sono il
figlio Antonio e il nipote Francesco, i quali eseguiranno insieme due duetti di
Claudio Taddei, anch’egli pioniere di questo strumento a Roma, mentre
il solo toccherà al Florio jr, il quale al contralto interpreterà una pagina
altamente virtuosistica di Eugène Bozza, “Improvisation et Caprice”.
"Coloro che ascolteranno e coloro che suoneranno - sottolinea il comunicato - prenderanno così in prestito l’intenzionalità della musica, trovandovi un amalgama perduto di passato, presente e futuro, percorrendo avanti e indietro questo ponte infinito".
"Coloro che ascolteranno e coloro che suoneranno - sottolinea il comunicato - prenderanno così in prestito l’intenzionalità della musica, trovandovi un amalgama perduto di passato, presente e futuro, percorrendo avanti e indietro questo ponte infinito".
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