Il Duomo di Amalfi in una foto del 1859 |
Conosco Maurizio Apicella da quando era giovane studente. Oggi è apprezzato docente nell'Istituto tecnico per il turismo di Amalfi. Di lui ammiro, non da ieri, l'amore per la nostra terra, la passione e la caparbietà nel ricercare e mettere insieme documenti (soprattutto fotografie/cartoline) che siano testimonianza viva degli eventi che vi si sono succeduti nel corso del tempo (dall'ottocento a oggi) e della trasformazione (non sempre in senso positivo) del territorio. Se poi questo materiale viene reso fruibile (e godibile), come egli sta facendo, tanto meglio.
Mi riferisco, in particolare, al suo libro dal titolo
“Immagini e memoria. Costa d’Amalfi 1852 – 1962”, (edito da Costa d’Amalfi
Edizioni 2012), che propone una straordinaria carrellata di fotografie lungo l’itinerario privilegiato dai
viaggiatori del Grand Tour. Vi troviamo panorami, piazze, strade, monumenti, momenti
di vita urbana ripresi dall'obiettivo tra Cava de' Tirreni, Salerno, Paestum, Vietri sul Mare, Cetara,
Maiori, Minori, Atrani, Amalfi, Ravello, Scala, Conca dei Marini, Furore,
Praiano e Positano. Immagini tratte e selezionate con cura dal ricchissimo archivio che Maurizio Apicella ha messo insieme puntigliosamente, per anni e anni, rilevandole da privati o frequentando antiquari e rigattieri. Immagini splendide, firmate da grandi maestri: a cominciare dai francesi Paul Jeuffrain, già ufficiale di marina, poi negoziante di tessuti, e Firmin-Eugène Le
Dien. Poi ci sono Giorgio Sommer e Robert Rive, James Graham, Gustave de
Beaucorps, Alphonse Bernoud, Gustave Eugéne Chauffourier, Francis Frith,
Wallace Nutting, James Thrall Soby e Ernst Haas, Achille Mauri, Michele Amodio, Pasquale e Achille Esposito, gli Alinari, i fotografi delle Edizioni Brogi, Luigi Cicalese e Ernesto
Samaritani, i fratelli De
Luca. Insomma, tutto (o quasi) il gotha della fotografia applicata al
vedutismo prima e all’interpretazione paesaggistica poi, spesso oltre le
convenzioni compositive accademiche.
Giorgio Sommer, Veduta di Positano |
Maurizio, dal canto suo, nel testo che accompagna le immagini (con traduzione in inglese), indaga il rapporto tra
la fotografia e la cartolina illustrata che, oltre ad essere un ambito souvenir di
viaggio, ha dato vita al più noto fenomeno collezionistico del Novecento.
Il libro è arricchito da
un corposo e particolareggiato corredo di note, di elenchi e schede
bio-bibliografiche. C'è da credere (e lo auguro di cuore) che presto diventi, come merita,
un punto di riferimento obbligato per studiosi ed appassionati di storia della fotografia
della Costa d’Amalfi e dell’iconografia campana.
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