Si è spento ieri, in veneranda età, il dottor Francesco (Franchino) D'Amato, mitico cancelliere della pretura di Amalfi, poi del tribunale di Salerno. Un uomo probo, riservato, che ha dedicato la sua lunga vita al lavoro, allo studio, agli affetti familiari, tenendosi sempre al riparo dalle vicende amministrative locali, non sempre commendevoli.
M'è dispiaciuto di non aver potuto partecipare alle esequie, che si sono svolte stamane nella cattedrale di Amalfi.
Trascrivo qui il messaggio che ho indirizzato al figlio Salvatore.
M'è dispiaciuto di non aver potuto partecipare alle esequie, che si sono svolte stamane nella cattedrale di Amalfi.
Trascrivo qui il messaggio che ho indirizzato al figlio Salvatore.
Carissimo Salvatore, sono venuto ieri pomeriggio ad Amalfi per
la presentazione del libro di Andrea Cataldi e ho saputo la notizia della
scomparsa del tuo caro papà. Ho preso l'autobus delle venti per rientrare a
Salerno, dove avevo un impegno. Contavo stamane di tornare per i funerali e
nemmeno m'è stato possibile. Scusami. Il ricordo di tuo padre mi riporta a un
tempo lontano, quando abitavo nella Valle dei Mulini ed egli era fidanzato con tua madre.
Lo incontravo spesso mentre si recava a casa Marino, oltre il ponticello che
cavalcava il torrente.
Da giornalista mi rimane il rammarico di non averlo mai spinto a raccontarmi fatti, personaggi della vecchia Amalfi. Credo che conoscesse, più di tutti - per l'età, l'attaccamento al proprio paese, gli interessi culturali -, le vicende amalfitane del XX secolo. Spero che l'abbia fatto tu. La storia di una comunità, il più delle volte, la si ricostruisce meglio sulle testimonianze dirette che sui documenti d'archivio.
Se in Paradiso c'è una stradina che fiancheggia un torrente e porta a una cartiera, io immagino il "cancelliere" già in compagnia di don Nicola Milano a discutere di carta e filigrane. Del resto, emulo proprio di don Nicola, egli ha scritto quel bellissimo e documentato saggio, dedicato proprio alla famiglia di tua madre, che ormai fa parte a pieno titolo delle memorie della nostra città.
Sono vicino con affetto a te e ai tuoi cari - Enzo, Gina, familiari tutti - e ti abbraccio.
Sigismondo
Da giornalista mi rimane il rammarico di non averlo mai spinto a raccontarmi fatti, personaggi della vecchia Amalfi. Credo che conoscesse, più di tutti - per l'età, l'attaccamento al proprio paese, gli interessi culturali -, le vicende amalfitane del XX secolo. Spero che l'abbia fatto tu. La storia di una comunità, il più delle volte, la si ricostruisce meglio sulle testimonianze dirette che sui documenti d'archivio.
Se in Paradiso c'è una stradina che fiancheggia un torrente e porta a una cartiera, io immagino il "cancelliere" già in compagnia di don Nicola Milano a discutere di carta e filigrane. Del resto, emulo proprio di don Nicola, egli ha scritto quel bellissimo e documentato saggio, dedicato proprio alla famiglia di tua madre, che ormai fa parte a pieno titolo delle memorie della nostra città.
Sono vicino con affetto a te e ai tuoi cari - Enzo, Gina, familiari tutti - e ti abbraccio.
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