(nella ricorrenza della fine
della Grande Guerra)
In un sacchetto, rosso come il sangue
dei soldati sepolti a Redipuglia,
piccolo da sembrare bomboniera,
trovo una zolla di terra del Carso
chiusa da una coccarda tricolore.
La portò un caporale alla sua mamma,
tornato a casa lacero e ammalato
dopo il 4 novembre del diciotto.
In quel pugno di terra cresce il seme,
annaffiato di lacrime e speranze,
del nostro tormentato Bel paese.
Paese sì di santi e di poeti,
di gente seria che si dà da fare,
ma da inetti infestato, fannulloni,
corruttori, corrotti, camorristi.
Quel seme non facciamolo appassire.
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