Disse
una volta Trilussa che, “in fonno,
la felicità è una piccola cosa” [1].
Contenta
è l’ape che il nettare sugge
dal
fiore. Lo stesso fiore è felice
di
riprodursi col polline sparso.
Lo
è la rondine sul mio balcone
che
cerca il cibo e lo porta nel becco
al
rondinino che sento garrire.
La
felicità è piccola cosa
per
il bambino smagrito africano
che
s’alimenta di un pugno di riso,
non
chiede altro e persino sorride.
C’è
tanta gente nel mondo che dice
d’esser
felice e non è la più ricca [2]:
è
quella che ha poco eppur s’accontenta,
non
è stressata dai giochi di borsa,
ignora
tutto dell’economia.
La
felicità è piccola cosa:
pace interiore, amor
corrisposto.
È comunione
sincera, amicizia,
solidarietà,
rispetto dell’altro.
Non
va rincorsa “per monti, per piani,
nel mare, nel cielo” [5]: tanto ci
sfugge.
È prender la
vita senza pretese.
©Sigismondo
Nastri
*tratta dal volume "L’arte della felicità. Le ragioni del sentimento”, edito dalla Provincia di Salerno – Settore Musei e Biblioteche, luglio 2012.
[1] Trilussa, Felicità, da Acqua e vino.
[2] Da un’indagine Doxa condotta in 58 paesi
risulta che, complessivamente, il 53% della popolazione mondiale si dichiara
felice: il 66% in Africa, il 63% in America Latina, il 50% nell’Europa
dell’Est, il 25% nell’Europa Occidentale, il 31% nell’America del Nord, il 20%
nei Paesi Arabi. In Italia si dichiara felice solo il 35% degli intervistati
[3]
“Spread” significa “ampiezza”, “apertura” (ma anche “allargamento”, “forbice”
in senso figurato) e viene usato oggi per definire la differenza tra il
rendimento dei titoli di stato italiani e quelli tedeschi.
[4]PIL = Prodotto Interno Lordo, cioè il valore totale
dei beni e servizi prodotti nel Paese in un anno, destinati al consumo, agli
investimenti, all’esportazione.
[5] Giovanni Pascoli, La felicità, da Myricae.
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