Diavolo di un Enzo Colavolpe.
L’ho sempre detto: se avesse fatto l’ideatore e organizzatore di eventi,
anziché il funzionario di banca (con un curriculum di tutto rispetto), avrebbe
sicuramente sbaragliato il campo. Sarebbe arrivato stabilmente in Tv (dove pure
qualche sua irruzione c'è stata: memorabili i suoi commenti alle Regate delle antiche Repubbliche Marinare), aiutato dalla dotta e fluente parlantina. Lo dimostra, del resto, quel
che ha realizzato nella sua (nostra) città: dalla “Sposa di Amalfi” alla
“Stella di Tabor”, tanto per citare alcune delle sue “invenzioni”, coronate tutte
da grande successo.
Simona Proto, Processione |
E che brava la Simona Proto,
artista eclettica e volitiva, che, aggiungendo tassello a tassello (lavora il
mosaico), realizza dei veri e propri capolavori. Come il “San Matteo e l’angelo dei Barbuti”,
donato alla Curia di Salerno il 21 agosto, in occasione dell’alzata del “panno”.
Ma che c’entra Enzo Colavolpe con tutto questo, mi chiederà qualcuno. C’entra,
eccome, perché - da quando Simona è venuta a Salerno, aprendovi una bottega-laboratorio -,
Enzo, amico del papà come me, dagli anni dell’infanzia, s’è assunto il
ruolo di suo “angelo tutelare”, consigliandola e introducendola nell’ambiente che
conta, cosa neppure tanto agevole. L’idea di realizzare il “San Matteo” - ne
sono sicuro - è stata sua. Lo è stata anche - e questo, dichiaratamente -
quella di farle allestire una mostra al Tempio di Pomona, quasi come
anticipazione della pubblicazione, che avverrà a fine anno, di un saggio dello
stesso Colavolpe su “La chiamata di San Matteo”.
La mostra sarà inaugurata mercoledì
19 settembre, alle ore 17.30, alla presenza dell’arcivescovo mons. Luigi
Moretti. Seguirà, nel salone degli
stemmi dell’arcivescovado, una
conferenza di Angelo Scielzo, altro vecchio e caro amico, sottosegretario al
Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali del Vaticano.
Tornando agli splendidi mosaici
di Simona Proto, Enzo Colavolpe osserva che “a
questo straordinario arcobaleno di colori, composto da pietre tagliate a mano
di cui ciascuna sembra esprimere una ‘Parola’ del suo Vangelo, fa da sfondo il
virtuale incontro del leviano Matteo e
del bocconiano Monti che, lasciate cattedre ed averi, hanno fatto propria la
‘Chiamata’ da parte di Gesù e del Presidente della Repubblica, per rimettere in
sesto l’assetto economico, morale e fiscale del Paese, salvaguardando in tal
modo i rispettivi diritti di Cesare e di Dio”. Non contesto l’opera
dell’attuale presidente del Consiglio dei Ministri, ma confesso (lo so: honni
soit qui mal y pense!) che in questo parallelismo tra l’evangelista e Mario Monti sento profumo d’incenso. Diavolo d’un Enzo!
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