Un lungo happening del sapore, tra nettare di uve, prodotti
caseari e trionfo della pizza. E’ in programma a Tramonti
dove i signori del vino di questa terra celebreranno il loro vitigno autoctono
e l’intero comparto agroalimentare della Costa d’Amalfi. Il viaggio tra
le vigne ed i sapori di Tramonti si svilupperà attraverso alcune delle
tredici frazioni del paese in cui spiccano alcune produzioni tipiche a
cominciare proprio dai vini doc realizzati dalle uve del vitigno centenario Tintore,
sorprendentemente a piede franco, fino ad arrivare al fior di latte ed
ai formaggi caprini.
Gli appuntamenti enogastronomici di “Tramonti da Vivere”
prenderanno il via con la quarta edizione de La Contrada in Festa,
“sagra dei sapori antichi” a Corsano: lunedì 6 e martedì 7 agosto
sono le giornate dedicate a questo splendido evento. Tra
canti, balli e musica popolare, si potranno gustare prodotti sani e genuini e
sapori della nostra terra: dalla caponata al farro con i ceci, dalla ricotta al miele al
pane integrale con provola e pancetta locale. Attraverso un percorso guidato si
potranno riscoprire i mestieri di una volta – il cestaio, il fabbro,
l’impagliatore, il falegname e tanti altri – ed assistere alla secolare cotta
del pane integrale e alla caseificazione del fior di latte. Tra
slarghi, stretti vicoli, antiche cantine, forni, giardini coltivati e oggetti
d'arte ci sarà soprattutto tanta buona musica: ospiti speciali delle serate ‘a
Paranza ‘r ‘O Lione e la Compagnia Daltrocanto. La Contrada in
Festa, un microcosmo di saggezza contadina.
Da mercoledì 8 a venerdì 10 agosto, si svolgerà
il Festival della Pizza. Da sempre la pizza ha caratterizzato il
ruolo dei tramontani sparsi per il mondo. Vere e proprie colonie, formatesi in
seguito ai flussi migratori degli anni ’50, grazie alle quali la pizza è
diventato uno degli alimenti più noti. Le amministrazioni comunali hanno
cercato di valorizzare questo impegno anche attraverso degustazioni, tavole
rotonde e interventi in sede di Unione europea, utili a tutelare la pizza di
qualità. L’annuale Festival è una occasione per ricordare il pioniere di questa
attività: Luigi Giordano, che proprio l’8 agosto del 1950 legò per sempre il
nome della pizza a quello della città di Tramonti, aprendo la prima pizzeria a
Loreto di Novara. Il successo di questa pietanza fatta di farina impastata, pomodoro e fior
di latte ebbe come effetto la migrazione in massa di numerosi tramontani verso le regioni del nord. Ad oggi sono circa 3000 le pizzerie in tutta Italia a gestione
“tramontana”. Saranno tre i tipi di pizza proposti dalla rassegna: integrale
(quella, cioè, che viene tutt’oggi consumata in occasione della commemorazione
dei defunti); Deco (denominazione comunale), la carta d’identità del prodotto
d’eccellenza istituita e riconosciuta dal Comune di Tramonti; il “Pizzino”, una
pizza “nuova”, più piccola, brevettata ad Alessandria proprio da un pizzaiolo
di origini tramontane. Si tratta di un impasto contenuto in una corona di
metallo nel momento in cui viene infornato, ha lo scopo di conferire differenti
proprietà e sapori al prodotto finito.
Venerdì 10 agosto è in programma
Calici di Stelle, l’evento
clou dell’intera kermesse, prima ancora che una vetrina di tipicità per quei
palati raffinati capaci di risvegliare il desiderio sopito delle cose buone.
Manifestazione, promossa nell’ambito delle iniziative dell’Associazione “Città
del Vino”, a cui il Comune
è associato, che si svolge nell’artistico scenario dell’antico chiostro del
Convento di S. Francesco. Alla quale è sempre associato un convegno, momento di studio e valorizzazione di tradizione e cultura
del territorio, che quest’anno ha come tema: “La qualità a Kilometri zero –
Tramonti capofila in Costa d’Amalfi della filosofia slow, dai vini
all’ovicaprino”.
Si proseguirà sabato 11 e domenica 12 agosto nel borgo di Gete,
con la Festa del Vino, organizzata dall’Associazione Gete. Una
civiltà, quella di Tramonti, che continua a mantenere in vita antiche usanze e
antichi mestieri come la lavorazione dei formaggi e delle ceste di vimini,
oltre alla coltivazione dei suoi vitigni ultracentenari che si dipanano con
fitte trame su pergolati retti da impalcature fatte con pali di castagno.
Un’autentica rarità nel panorama viticolo internazionale, ma anche l'eredità
della metodologia utilizzata migliaia di anni fa dagli etruschi che popolavano la
zona. Degli antichi vitigni, che hanno fatto la storia e la fortuna dei vini
della sottozona Doc di Tramonti, molti risultano essere ancora produttivi e per
giunta su piede franco. Si tratta di uve strettamente legate al territorio e in
qualche caso esclusive dell'entroterra amalfitano come il Tintore, la
cui produzione si concentra proprio nella borgata di Gete. A fare da cornice
sarà l’incanto dei luoghi con la Cappella Rupestre mentre l’atmosfera sarà
garantita dal suono delle tammorre e di strumenti a corde.
Penultimo appuntamento, giovedì 16 e venerdì 17 agosto a Campinola,
con la Festa del Fior di Latte per svelare un’altra entusiasmante strada
del sapore: quella del latte vaccino e dei suoi derivati che attraversa in
lungo in largo le colline di Tramonti. Da Cesarano a Campinola, da Capitignano
a Gete, dove la filiera segue ancora i metodi tradizionali. A cominciare dalla
produzione di fior di latte e caciocavalli, tutti rigorosamente “fatti a mano”.
E su quella che un tempo era l’attività più diffusa (oltre 40 caseifici a
fronte dei 9 attuali) esistono persino due leggende, una delle quali conduce
direttamente alla pizza, offerta alla Regina Margherita da Don Raffaele
Esposito, il quale sostituì il formaggio proprio col fior di latte tramontano.
Scovare oggi gli ultimi casari in questo immenso cuore verde della Costiera
Amalfitana non è impresa facile, perché i loro piccoli laboratori sono per lo
più nascosti tra grappoli di case che si arrampicano lungo le colline. E’ per
questo che l’iniziativa si propone di mettere in vetrina un prodotto di nicchia
prima di invitare buongustai e turisti a inoltrarsi tra sterrati e piccole
arterie interpoderali, per dar vita al gioco della conquista dei sapori con una
singolare “Caccia al Casaro”.
Si chiude sabato 18 e domenica 19 agosto a Figlino
con “Borgo da Favola”, manifestazione che tende a recuperare e
riproporre il mondo della fantasia e dei giochi del passato come vissuto da
bambini e adolescenti, in particolare della nostra civiltà rurale e
meridionale. La tecnologia è sì importante per la nostra vita ma la fantasia e
la creatività devono avere sempre il loro spazio, nell’età dell’infanzia e
dell’adolescenza. Il gioco deve essere momento di aggregazione e non di
isolamento. “Borgo da favola” vuole essere, nel contempo, riscoperta di
luoghi e di siti di arte, storia e cultura. La frazione Figlino, ove si sono
svolte le passate edizioni e si svolgeranno le future, conserva ancora intatti
nuclei abitati del passato. Domina su tutto la Chiesa di S. Pietro Apostolo
arricchita da stucchi della scuola del Vaccaro e da un pavimento decorativo di
maioliche di Capodimonte risalente al ‘700.
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