Dieci
forni a legna e oltre quaranta pizzaioli per celebrare il trionfo della pizza.
Comincia così il comunicato stampa col quale si annuncia il Festival della Pizza, che ha avuto inizio questa sera a Tramonti. Un'occasione di festa che coincide col tradizionale raduno
dell’esercito di pizzaioli che dagli anni Cinquanta ad oggi hanno impiantato
circa 3000 pizzerie in tutta Italia contribuendo al successo della più antica
delle pietanze Made in Italy. Se la pizza figura ai primi posti nelle classifiche
di gradimento degli italiani a tavola, il merito è soprattutto di quegli
emigranti tramontini che hanno trasformato un’antica tradizione casalinga in
autentica attività commerciale.
Il Festival
della Pizza, consueto happening estivo giunto alla sua 18esima edizione, animerà Tramonti fino a
venerdì 10 agosto con degustazioni, musica e folclore. Teatro della
manifestazione che raduna migliaia di persone sarà la Piazza San Felice della
frazione Pietre, dove qualche anno fa fu sancito il simbolico passaggio di
consegne tra le vecchie generazioni di pizzaioli e quelle emergenti con il
suggestivo ricordo dell’antica vocazione dell’arte della pizza.
A
Tramonti, che attraverso i suoi cittadini ha il pregio di aver fatto conoscere la pizza in tutto il mondo, è
una vocazione che risale a tempi remoti. Infatti, prosegue il comunicato stampa, nei tredici borghi che
compongono il paese non c’era famiglia che non avesse in casa un forno a legna
per il pane biscottato fatto di farina di grano integrale. E ogni qualvolta lo
si coceva era un rito infornare anche la pizza realizzata con lo stesso
impasto e condita con i pomodori degli sponsilli (tenuti in conserva sotto
i porticati) e con olio di oliva. In qualche famiglia patriarcale vi erano
anche alcune varianti come la sugna o i cubetti di lardo che si aggiungevano
ad aglio e origano. Solo una condizione di agio consentiva l’utilizzo delle
alici salata, mentre la mozzarella risultava assente per due ragioni: la
prima di ordine economica, in quanto il latte si vendeva per il sostentamento
quotidiano, l’altra, perché si correva il rischio di asciugarla per
effetto della lunga cottura. La pizza così preparata veniva cotta insieme al
pane, nel forno senza brace e senza fiamma.
Il
pregio dei tramontini è dunque quello di aver divulgato a macchia d’olio
l’interesse per la pizza, realizzando una pizza napoletana di grandissima
qualità, con pizzerie disseminate in tutta l’Italia del Centro - Nord. In
molti, da Tramonti, partirono nell'immediato dopoguerra sistemandosi nel
Veneto, in Friuli o in Lombardia dove impiantarono pizzerie e in qualche caso
anche caseifici. Da allora, e in special modo negli anni sessanta, ci fu un
grande esodo da Tramonti verso tutte le città del nord, compresa l’Emilia
Romagna. Al punto che oggi, di ristoranti e pizzerie tramontane, se ne
contano oltre tremila, alcune delle quali di grandi dimensioni. Ma guai a tener
lontani gli emigranti dai luoghi «perfetti dell'infanzia». Per questi,
impareggiabili maestri delle tradizioni di Tramonti, il richiamo del loro paese
assomiglia quasi a un canto di sirena. Ed è per questo che vi fanno ritorno più
di una volta all’anno. Soprattutto d’estate, quando l'aria di festa mette
insieme idiomi dialettali con quelli nordici delle nuove generazioni.
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