Napoleone Bonaparte
è un personaggio ancora da scoprire? Sembra proprio di sì, a sentire Roberto
Race, del quale è fresco di stampa “Napoleone il comunicatore. Passare alla
storia e non solo con le armi” (Egea Bocconi 2012, 144 pagine, 16 euro).
L’autore sostiene l’esistenza di un fil rouge che ne attraversa tutta l’epopea,
dalla spedizione italiana alla missione in Egitto fino ai trionfi di Ulm o
Austerlitz, alle successive disfatte e al doppio esilio. Ed è la sua
straordinaria, modernissima, visionaria, profetica capacità di comunicare. Ma
in che modo e con quali risultati? Race esplora e propone una “riflessione di
natura storica fortemente legata al presente che permette di focalizzare
l’attenzione sull’agire comunicativo consapevole e finalistico degli attori politici,
sull’uso consapevole della comunicazione”, come afferma Mario Rodriguez nella
postfazione.
Napoleone
ha inventato l’opinione pubblica così come siamo abituati a intenderla oggi. Ha
utilizzato per la prima volta il merchandising, ha saputo promuovere la sua
immagine mentre guidava la Grande Armée alla conquista di mezza Europa. Detto da un esperto, c'è da credergli. Roberto
Race, giornalista e consulente in comunicazione e public affairs, ha lanciato
in Italia la figura del direttore relazioni esterne e comunicazione “in
affitto” e lavora oggi come temporary manager per alcune delle più dinamiche e
innovative aziende italiane. Fa parte dell’Aspen Institute Italia come Aspen
Junior Fellow, di RENA Rete per l’eccellenza nazionale, della Ferpi, de Il
Chiostro e del consiglio direttivo di INWARD Osservatorio Internazionale sulla
Creatività Urbana. È segretario generale della Fondazione Valenzi,
l'istituzione internazionale attiva nella cultura e nel sociale dedicata all'ex
sindaco di Napoli.
“Sin
dalle prime battute - afferma Luigi Mascilli Migliorini nella sua prefazione -, la capacità di comunicare di Napoleone era apparsa virtù istintiva di un
ventisettenne generale che annunciava in sé, visibilmente, le incertezze di un
eroe di Stendhal e le arroganze di un personaggio di Balzac”.
Race spiega modalità ed eventi che segnano l’ennesimo primato del
generale Bonaparte, meno conosciuto dei tanti conquistati nelle battaglie
condotte per mezza Europa. Per lui comunicare non è solo un mezzo che, usato al
meglio, “consente di anticipare le mosse dell’avversario e sbaragliarne gli
schieramenti”, ma anche “uno strumento di rappresentazione, con il quale si
inscena un summit come si commissiona un quadro”. In ogni caso, avverte Race,
Napoleone ha potuto vincere anche da grande comunicatore “perché quella che
raccontava non era una favola qualsiasi”, “qualsiasi campagna di marketing,
senza contenuti adeguati, non regge alla distanza, tanto più al peso della
storia”. Conclusione: il libro è utile “sia a chi intenda approfondire
le radici delle tecniche moderne di comunicazione, sia a chi voglia entrare in
contatto con una dimensione ancora non completamente esplorata di una delle
figure più originali della storia moderna”.
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