mercoledì 27 giugno 2012

SANT'ANDREA APOSTOLO, PATRONO DI AMALFI, DA "PESCATORE DI GALILEA" A "PESCATORE DI UOMINI"



Nel giorno in cui Amalfi ricorda il patrocinio dell'apostolo Andrea, patrono della città, mi piace riproporre questo mio testo, già pubblicato su mondosigi nel 2008.
 
L'8 maggio abbiamo celebrato l’apostolo sant’Andrea, nel ricordo della traslazione dei suoi resti mortali da Costantinopoli ad Amalfi, avvenuta nel 1208. E, un mese fa, anche la Pentecoste: che non è riferita  soltanto a un dato temporale, i cinquanta giorni trascorsi dalla Pasqua. La Pentecoste ci riporta all’episodio della discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, riuniti nel Cenacolo. «Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste - abbiamo ascoltato nella liturgia della parola (Atti degli Apostoli,  2,1-11) -, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, come di vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: “Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa?…”».
Andrea, nato a Bethsaida, fratello di Pietro, è definito “l’apostolo dei Greci”. La sua predicazione, come quella degli altri discepoli di Gesù Cristo, prese il via proprio dopo la Pentecoste e si rivolse alla Scizia, la regione posta fra il Danubio e il Don. Fu così che il pescatore di Galilea, definito il “Protocleto” (primo chiamato), diventò “pescatore di uomini”. «Dopo essere restato con Gesù e aver imparato tutto ciò che Gesù gli aveva insegnato, Andrea non tenne chiuso in sé il tesoro - sottolineava san Giovanni Crisostomo (citazione in www.enrosadira.it/santi/a/andrea.htm) -, ma si affrettò a correre da suo fratello per comunicargli la ricchezza che aveva ricevuto. Ascolta bene cosa gli disse: “Abbiamo trovato il Messia” (Giovanni 1, 41). Vedi in che maniera notifica ciò che aveva appreso in poco tempo? Da una parte mostra quanta forza di persuasione aveva il Maestro sui discepoli, e dall’altra rivela il loro interessamento sollecito e diligente circa il suo insegnamento. Quella di Andrea è la parola di uno che aspettava con ansia la venuta del Messia, che ne attendeva la discesa dal cielo, che trasalì di gioia quando lo vide arrivare, e che si affrettò a comunicare agli altri la grande notizia. Dicendo subito al fratello ciò che aveva saputo mostra quanto gli volesse bene, come fosse affezionato ai suoi cari, quanto sinceramente li amasse e come fosse premuroso di porgere loro la mano nel cammino spirituale. Guarda anche l’animo di Pietro, fin dall’inizio docile e pronto alla fede: immediatamente corre senza preoccuparsi di nient’altro. Infatti dice: “Lo condusse da Gesù” (Giovanni 1, 42)».
Dunque, Andrea scelse per la missione assegnatagli da Gesù l’Oriente. Dalla Scizia passò all’Acaia, dove ricevette il martirio. Anche lui in croce, seppure una croce decussata (a forma di X), scelta  certamente per umiltà - non voleva essere equiparato al Maestro - e per rendere più atroce la sofferenza del supplizio.
La morte di Andrea avvenne a Patrasso, verso l’anno 60, sotto il proconsole romano Egea. Ecco come gli ultimi momenti della sua vita sono stati ricostruiti sulla base  di antichi testi, apocrifi: «Dopo la passione e la risurrezione, Andrea andò a predicare la fede cristiana nella provincia che gli era toccata in sorte, la Scizia d’Europa; quindi percorse l’Epiro e la Tracia e con la predicazione e i miracoli convertì a Gesù Cristo una moltitudine innumerevole. Giunto a Patrasso, città dell’Acaia, fece abbracciare a molti la verità del Vangelo, e non esitò a riprendere coraggiosamente il proconsole Egeo, che resisteva alla predicazione evangelica, rimproverandogli di voler essere il giudice degli uomini, mentre i demoni lo ingannavano fino a fargli misconoscere il Cristo Dio, Giudice di tutti gli uomini. Egeo adirato gli dice: “Finiscila di esaltare il tuo Cristo che simili propositi non hanno impedito che venisse crocifisso dai Giudei”. E siccome Andrea continuava tuttavia a predicare intrepido che Gesù Cristo s’era lui stesso offerto alla Croce per la salvezza del genere umano, Egeo lo interrompe con un discorso empio, e lo avverte di pensare alla sua salvezza, sacrificando agli dei. Andrea gli dice: “Per me, c’è un Dio onnipotente, solo e vero Dio, al quale sacrifico tutti i giorni, non già le carni dei tori né il sangue dei capri, ma l’Agnello senza macchia immolato sull’altare; e tutto il popolo partecipa alla sua carne, e l’Agnello che è sacrificato rimane integro e pieno di vita”. Perciò Egeo, fuor di sé dalla collera, lo fa gettare in prigione. Il popolo ne avrebbe facilmente tratto fuori il suo Apostolo, se quest’ultimo non avesse calmato la folla, scongiurandola di non impedirgli di giungere alla corona del martirio. Poco dopo, condotto davanti al tribunale, siccome esaltava il mistero della Croce e rimproverava ancora al Proconsole la sua empietà, Egeo esasperato ordinò che lo si mettesse in croce, per fargli imitare la morte di Cristo. Fu allora che, giunto sul luogo del martirio e vedendo la croce, Andrea esclamò da lontano: “O buona Croce che hai tratto la tua gloria dalle membra del Signore, Croce lungamente bramata, ardentemente amata, cercata senza posa e finalmente preparata ai miei ardenti desideri, toglimi di mezzo agli uomini, e restituiscimi al mio Signore, affinché per te mi riceva Colui che per te mi ha riscattato”. Fu dunque infisso alla croce, sulla quale rimase vivo per due giorni, senza cessar di predicare la fede di Gesù Cristo, e passò a Colui del quale si era augurato di imitare la morte» (Atti di Andrea).
Nel Vangelo i riferimenti ad Andrea non sono molti, ma estremamente significativi. Giovanni ce lo presenta, insieme con un amico, mentre segue la predicazione del Battista, che, vedendo passare Gesù, battezzato il giorno prima nel Giordano, esclama: «Ecco l’agnello di Dio!». E «i due discepoli, avendolo sentito dire questo, tennero dietro a Gesù» (Giovanni 1, 35-37). «Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udite le parole di Giovanni e avevan seguito Gesù. Il primo in cui Andrea s’imbatté fu suo fratello Simone, e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia”, che vuol dire il Cristo. E lo condusse da Gesù» (Giovanni 1, 40-42).
Episodio successivo. «Mentre [Gesù] camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli: Simone, detto Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano in mare una rete, poiché erano pescatori. E disse loro: “Venite, vi farò pescatori di uomini”. Essi, lasciate subito le reti, lo seguirono» (Matteo 4, 18-20).
«Appena usciti dalla sinagoga - scrive Marco riferendo l’episodio della guarigione della suocera di Pietro ( Marco 1, 29) -, si diressero verso la casa di Simone e di Andrea…».
Ancora. «Nell’uscire dal Tempio, uno dei suoi discepoli, rivolto a Gesù, esclama: “Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!”. Ed egli risponde: “Vedi tu queste grandi costruzioni? Non resterà pietra sopra pietra che non sia diroccata”». Poi, sul Monte degli Ulivi, Andrea, con Pietro, Giacomo e Giovanni, fa parte del gruppetto di apostoli che, “in disparte”, interroga Gesù: «Vuoi dirci quando ciò accadrà, e quale sarà il segno che tutto questo starà per avversarsi?». La risposta è nota come il “discorso escatologico” del Signore, che insegna come ci si deve preparare alla venuta del Figlio dell’Uomo “con grande potenza e gloria” (Marco 13, 26).
Nel vangelo di Luca Andrea è citato, insieme agli altri undici, quando essi sono scelti da Gesù (Luca 6, 12-16).
Nell’episodio della moltiplicazione dei pani, riportato da Giovanni, è ancora Andrea che, vista la moltitudine di gente, e la scarsità delle risorse alimentari, va da Gesù e lo avverte, quasi presagendo il miracolo che sta per avvenire: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che è questo per tanta gente?» (Giovanni 6, 8-10).
Infine, il nome di Andrea compare nel primo capitolo degli Atti con quelli degli altri apostoli diretti a Gerusalemme dopo l’Ascensione (Atti degli Apostoli 1, 13).
«E poi la Scrittura non dice altro di lui - nota Domenico Agasso (in Famiglia Cristiana, ved. www.santibeati.it) -, mentre ne parlano alcuni testi apocrifi, ossia non canonici. Uno di questi, del II secolo, pubblicato nel 1740 da L.A. Muratori, afferma che Andrea ha incoraggiato Giovanni a scrivere il suo Vangelo. E un testo copto contiene questa benedizione di Gesù ad Andrea: ‘Tu sarai una colonna di luce nel mio regno, in Gerusalemme, la mia città prediletta. Amen’. Lo storico Eusebio di Cesarea (ca. 265-340) scrive che Andrea predica il Vangelo in Asia Minore e nella Russia meridionale. Poi, passato in Grecia, guida i cristiani di Patrasso. E qui subisce il martirio per crocifissione: appeso con funi a testa in giù, secondo una tradizione, a una croce in forma di X; quella detta poi “croce di sant’Andrea”. Questo accade intorno all’anno 60, un 30 novembre».
© Sigismondo Nastri

martedì 26 giugno 2012

IL GRIDO D'ALLARME DI JEAN-MARIE PELT PER LA SALVAGUARDIA DELLA BIODIVERSITA': "SENZA LA NATURA SAREMMO TUTTI MORTI DOPO DIECI MINUTI"


Sono grato alla mia amica Anny per l'opportuna segnalazione.

“Les dons précieux de la nature” (I doni preziosi della natura) di Jean-Marie Pelt, professore emerito di Biologia vegetale e di Farmacologia all’università di Metz, oltre che presidente dell’Istituto europeo di Ecologia, è un libro di grande interesse, come lo è del resto tutta la sua vasta e ricca bibliografia, ma soprattutto di straordinaria attualità. Peccato che non sia stato ancora tradotto in italiano (se non è così, qualcuno me ne dia notizia).
La natura – leggo in una nota editoriale – non ha prezzo, perché senza di lei noi non ci saremmo. La natura alimenta, guarisce e offre mille servizi gratuiti di cui non abbiamo neppure idea. Però i terreni coltivabili via via si stanno drasticamente riducendo. Come pure le riserve ittiche, dato che non ci si fa scrupolo a tirar su, dalle profondità marine, pesci che non hanno ancora raggiunto l’età per riprodursi. Si presume che, continuando così, i nostri mari resteranno vuoti nel giro di 40 anni. Anche le api sono in via di estinzione, e questo compromette l’impollinazione e quindi la produzione di frutta e legumi. Dappertutto le risorse scarseggiano e ciò che prima era gratuito diventa all’improvviso a pagamento. Ne paga le conseguenze la natura, che va in sofferenza per la nostra avidità. Se tutti, sulla Terra, vivessero come gli americani (ci si stava provando in Europa, prima della crisi dalla quale non si riesce ancora a uscire), sarebbero necessari quattro pianeti per far fronte ai loro bisogni. Ma noi non ne abbiamo che uno: il nostro. Il libro di Jean-Marie Pelt, edito da Fayard nel 2010 - sulla cui scia si pone  "Non dobbiamo uccidere la terra per sfamare l'uomo!, fresco di stampa - insiste per la salvaguardia di una biodiversità che, per la gamma di risorse che ci procura, è una vera e propria assicurazione sulla vita per l’intera umanità.
In un’intervista a Le Soir, il professore Pelt ha insistito su questo concetto: “Senza la natura, saremmo tutti morti dopo dieci minuti”.
Che la salute del pianeta sia a rischio è indubitabile. Se ne sta occupando  l’Onu, che ogni anno, il 5 giugno, celebra la Giornata mondiale dell’ambiente. Solo che, di fronte a enunciazioni di principio, mancano atti concreti, in sintonia con la Convenzione sulla diversità biologica adottata a Rio de Janeiro nel lontano 1992. "Sfortunatamente la biodiversità sta crollando”,  si legge in un rapporto delle Nazioni Unite. Il documento riferisce di una tendenza irreversibile: le specie stanno via via scomparendo, ma le conseguenze di quella che potrebbe essere, secondo gli scienziati, la sesta grande estinzione nella storia della Terra non arriveranno fra centinaia di anni, le stiamo già subendo.  Pavan Sukhdev, economista indiano che dirige l'Iniziativa per l'economia verde del Programma ambientale Onu (Unep), spiega che 1,6 miliardi di uomini dipendono dal legno e dai prodotti forestali, mentre ogni anno spariscono 13 milioni di ettari di foresta.
Ancora più grave, sottolinea il presidente del Museo di Storia naturale di Parigi Gilles Boeuf, è che non possiamo sapere quello che stiamo perdendo: "Forse la specie che è scomparsa ieri conteneva un importante principio attivo antitumorale – dice. - Ora non l'avremo più". Dai mammiferi ai virus a i batteri, vegetali e animali, sono conosciute e catalogate 1,9 milioni di specie viventi, ma la Terra dovrebbe ospitarne in totale tra i 10 e i 30 milioni. Per Boeuf, che parla di un ritmo di estinzione "fulminante", la metà potrebbe scomparire entro fine secolo. "Si valuta il ritmo attuale di scomparsa delle specie a oltre 100 volte quello dell'estinzione naturale", avverte l'Onu, che indica la perdita dell'habitat naturale come la prima causa del disastro annunciato. Sotto accusa lo sviluppo delle città, la sottrazione di aree sempre più vaste all’attività agricola, lo sfruttamento eccessivo delle risorse e l'introduzione di specie esotiche invasive.
"E' tempo di cambiare atteggiamento. Lo scenario ‘business as usual’ non è più accettabile",  dichiara Ahmed Djoglaf, segretario della Convenzione biodiversità, auspicando un reale impegno dei leader mondiali in occasione del vertice di settembre, a margine dell'assemblea generale dell'Onu.
In questo contesto, per nulla rasserenante, la Costa d’Amalfi si candida al riconoscimento come “Riserva Mondiale della Biosfera Mab Unesco”. L'assegnazione del titolo, che si andrebbe ad aggiungere a quello di Patrimonio Mondiale dell'Umanità conferitole nel 1997, è promossa da Acarbio - Associazione Costiera Amalfitana Riserva Biosfera, costituitasi nel 2009. Il 6 giugno scorso, il dirigente del Mab Unesco Miguel Clüsener-Godt è venuto in visita ufficiale per verificare la bontà della proposta.

lunedì 25 giugno 2012

L'ESTATE AMALFITANA ALL'INSEGNA DELL'ARTE E DELLA CULTURA

Venerdì 29 giugno alle ore 21.00, nell'Arsenale della Repubblica, è in programma ad Amalfi il terzo appuntamento della rassegna “Sulle Tracce delle Sirene”Gianni Lamagna, accompagnato dai musicisti Antonello Paliotti, Michele De Martino e Mauro Fagiani, presenterà alcune delle numerose opere musicali di Guglielmo, Luigi e Teodoro Cottrau, scritte nell'Ottocento, secolo d'oro della Canzone Napoletana, e altri brani tratti dalle opere di Salvatore Di Giacomo e Raffaele Viviani.
L’ingresso è libero sino ad esaurimento posti. Informazioni e prenotazioni al n. 333 1715800.

Sabato 30 giugnodalle ore 21.00, alla Darsena, sarà di scena la danza, con il Saggio-spettacolo della scuola amalfitana Non Solo Danza.

Martedì 3 luglio, alle ore 17.30, riprenderanno al Museo della Cartalaboratori creativi per bambini Facciamo la Carta a Mano!”: la partecipazione è gratuita per tutti i bimbi fino a 12 anni.
I laboratori si terranno ogni martedì, alla stessa ora, sino alla fine di settembre.

Amalfi, Arsenale della Repubblica (museo della Bussola)
Venerdì 6 luglio, alle ore 21.00, terzo appuntamento con la rassegna “Sulle Tracce delle Sirene” all’Arsenale della Repubblica: concerto di Francesco Scelzo dal titolo La Chitarra tra Sacro e Profano. Sarà eseguito un repertorio di brani popolari internazionali per chitarra classica, da Antonio Lauro a “Take the train”, passando con grande abilità dalla  musica brasiliana a quella francese.
L’ingresso è libero sino ad esaurimento posti. Informazioni e prenotazioni al n. 333 1715800.

Sempre all’Arsenale, domenica 8 luglio, alle ore 18.00, sarà inaugurata la mostra fotografica Viaggio di un sognatore errantedi Alessandro Squilloni, che negli anni si è imposto all’attenzione della critica per le sue foto cariche di fascino ed emozioni.
Nella stessa serata, alle ore 21.00, presso la Basilica di Crocifisso, si terrà il recital pianistico “Italiani in America” nell’ambito della XVIII edizione dell’Amalfi Coast Music & Arts Festival.

Mercoledì 11 luglio,  alle ore 21.00, nella suggestiva cornice di piazza Duomo, si svolgerà la prima edizione di Amalfi Danza International – Riconoscimento alle Eccellenze della Danza.
Saranno per l’occasione premiati i nomi più affermati del panorama della danza internazionale che si sono contraddistinti ognuno nel proprio ambito.

Il quarto appuntamento della rassegna “Sulle Tracce delle Sirene” è in calendario sabato 14 luglio alle ore 21.00 all’Arsenale della Repubblica. L’ensemble di arpe e percussioni An Aperc  si esibirà nel concerto Il Mestiere di Vento”: un cammino alla riscoperta dell’origine popolare dell’arpa e dei più diversi aspetti che tale strumento ha assunto nel tempo e nello spazio. Un itinerario attraverso la musica alla scoperta di popoli, culture, sonorità, ritmi e danze di genti lontane. L’ingresso è libero sino ad esaurimento posti.

martedì 19 giugno 2012

SISTEMA MERITOCRATICO... ALL'ITALIANA


Checché se ne dica, l’Italia è un paese normale, nel quale le professionalità e le competenze specifiche - per lo più incomprese dalla massa - trovano le migliori occasioni per essere valorizzate e poste al servizio della collettività. Salvo prova contraria. Capita infatti di leggere, sul Corriere della sera di ieri, che alla guida dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia è stato nominato un “esperto di ginnastica”, cioè un laureato in Scienze motorie. "Dalle scienze motorie ai moti sussultori" hanno scritto ingenerosamente su Twitter. L’interessato ha replicato che è anche in possesso di laurea in Sociologia politica e delle Istituzioni. Bravo, sicuramente. Solo che né l’una né l’altra hanno un qualche nesso con alluvioni e terremoti. Cioè con i problemi seri, e spesso drammatici, di cui quel signore dovrà occuparsi. Resta da capire come si possa arrivare a un posto di grande responsabilità avendo alle spalle soltanto una lunga “gavetta” come promotore finanziario di un istituto di credito. Pare che a fare da trampolino di lancio sia stata Mariastella Gelmini, ex ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca che già nel 2009 lo chiamò a quel dicastero non so dire con quali mansioni.
Oggi il Corriere della sera fa sapere che, a capo dell’ufficio stampa dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, c’è - ormai da dieci anni - una ex attrice porno. A sollevare la questione, con una interrogazione, un parlamentare di estrema sinistra. Lei ha subito reagito, sostenendo che ha interpretato non più di quattro o cinque film erotici, oltre ad aver posato per una copertina di Playboy.  “Ho i requisiti per il mio lavoro”: una laurea alla Sapienza, l’iscrizione all’Ordine dei giornalisti. Niente da obiettare, se non ci fosse di mezzo una sua intervista a Il Fatto quotidiano, rilasciata di recente:  «... Sono arrivata lì nell’unico modo possibile nelle amministrazioni statali, per segnalazione di un politico. C’era un posto libero nella didattica e divulgazione e così ho avuto il contratto”.  Sul web i soliti malpensanti, dopo avere scorso la ricca sequenza di immagini fotografiche di questa donna molto attraente, hanno sottolineato, ironizzando, che  "dalle... erezioni alle... eruzioni", in fondo, il passo è breve.

NAPOLEONE "IL COMUNICATORE" IN UN LIBRO DI ROBERTO RACE

 
Napoleone Bonaparte è un personaggio ancora da scoprire? Sembra proprio di sì, a sentire Roberto Race, del quale è fresco di stampa “Napoleone il comunicatore. Passare alla storia e non solo con le armi” (Egea Bocconi 2012, 144 pagine, 16 euro). L’autore sostiene l’esistenza di un fil rouge che ne attraversa tutta l’epopea, dalla spedizione italiana alla missione in Egitto fino ai trionfi di Ulm o Austerlitz, alle successive disfatte e al doppio esilio. Ed è la sua straordinaria, modernissima, visionaria, profetica capacità di comunicare. Ma in che modo e con quali risultati? Race esplora e propone una “riflessione di natura storica fortemente legata al presente che permette di focalizzare l’attenzione sull’agire comunicativo consapevole e finalistico degli attori politici, sull’uso consapevole della comunicazione”, come afferma Mario Rodriguez nella postfazione.
Napoleone ha inventato l’opinione pubblica così come siamo abituati a intenderla oggi. Ha utilizzato per la prima volta il merchandising, ha saputo promuovere la sua immagine mentre guidava la Grande Armée alla conquista di mezza Europa. Detto da un esperto, c'è da credergli. Roberto Race, giornalista e consulente in comunicazione e public affairs, ha lanciato in Italia la figura del direttore relazioni esterne e comunicazione “in affitto” e lavora oggi come temporary manager per alcune delle più dinamiche e innovative aziende italiane. Fa parte dell’Aspen Institute Italia come Aspen Junior Fellow, di RENA Rete per l’eccellenza nazionale, della Ferpi, de Il Chiostro e del consiglio direttivo di INWARD Osservatorio Internazionale sulla Creatività Urbana. È segretario generale della Fondazione Valenzi, l'istituzione internazionale attiva nella cultura e nel sociale dedicata all'ex sindaco di Napoli.
“Sin dalle prime battute - afferma Luigi Mascilli Migliorini nella sua prefazione -, la capacità di comunicare di Napoleone era apparsa virtù istintiva di un ventisettenne generale che annunciava in sé, visibilmente, le incertezze di un eroe di Stendhal e le arroganze di un personaggio di Balzac”.
Race spiega modalità ed eventi che segnano l’ennesimo primato del generale Bonaparte, meno conosciuto dei tanti conquistati nelle battaglie condotte per mezza Europa. Per lui comunicare non è solo un mezzo che, usato al meglio, “consente di anticipare le mosse dell’avversario e sbaragliarne gli schieramenti”, ma anche “uno strumento di rappresentazione, con il quale si inscena un summit come si commissiona un quadro”. In ogni caso, avverte Race, Napoleone ha potuto vincere anche da grande comunicatore “perché quella che raccontava non era una favola qualsiasi”, “qualsiasi campagna di marketing, senza contenuti adeguati, non regge alla distanza, tanto più al peso della storia”. Conclusione: il libro è utile “sia a chi intenda approfondire le radici delle tecniche moderne di comunicazione, sia a chi voglia entrare in contatto con una dimensione ancora non completamente esplorata di una delle figure più originali della storia moderna”.

giovedì 14 giugno 2012

UN INTENSO FINE SETTIMANA, TRA MAIORI, AMALFI E MINORI, CON LA RASSEGNA LETTERARIA "...incostieraamalfitana.it"


Questa sera, venerdì 15 giugno, alle ore 20.30, a Maiori, nell’anfiteatro del Lungomare Amendola, per la rassegna "...incostieraamalfitana.it", organizzata e diretta da Alfonso Bottone, sarà presentato il volume “Il Casalese”, scritto a più mani da Massimiliano Amato, Arnaldo Capezzuto, Corrado Castiglione, Giuseppe Crimaldi, Antonio Di Costanzo, Luisa Maradei, Peppe Papa, Ciro Pellegrino, Vincenzo Senatore.
Nel corso della serata sarà attivo uno spazio autogestito di Libera Associazioni, nomi e numeri contro le Mafie.
Domani sera, sabato 16 giugno, alle ore 20.30, sul sagrato della cattedrale di Sant’Andrea ad Amalfi, saranno ricordati, con la presentazione del libro “Omicidio di Stato”, due reporter di guerra, Graziella De Palo ed Italo Toni, scomparsi misteriosamente ed assassinati in Libano nel 1980. Sono previsti gli interventi di Angelo Di Marino, direttore responsabile de La Città di Salerno, e Nicola De Palo, appassionato e studioso di storia contemporanea, nel tempo libero impegnato come valutatore socio-ambientale per Banca Etica.
Al termine, con le sottolineature musicali del sax di Simone Palumbo, il presidente dell’Ente Ceramica Vietrese, Nicola Campanile, e l’assessore al Turismo e alla Cultura del Comune di Amalfi, Daniele Milano, consegneranno al fratello della reporter assassinata, Giancarlo De Palo, il Premio “Uomo/Donna del mio tempo - sezione Giornalismo di frontiera”, opera realizzata dai ceramisti vietresi.
Domenica 17 giugno, alle ore 20.30, a Minori, in piazzetta Calata Ponte,  Walter Di Munzio, dell'associazione giornalisti Cava-Costa d'Amalfi "Lucio Barone", presenterà il libro "Napoli non è Berlino" di Isaia Sales.

"O I FIGLI O IL LAVORO": LA PRESENTAZIONE A CAVA DE' TIRRENI DEL LIBRO DI CHIARA VALENTINI


La Rosa di Gerico, associazione di donne,  in collaborazione con Frida e con il Club dei Lettori di Cava de’ Tirreni e con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, ha organizzato per  lunedì 18 giugno alle ore 18.00, nel Salone di rappresentanza del Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, la presentazione del libro "O i figli o il lavoro" di Chiara Valentini, Feltrinelli Editori. Ne tratterà, con l’autrice, Enrica Morlicchio, professore associato di Sociologia dello sviluppo e coordinatrice della Scuola di Dottorato in Scienze Sociali nell’Università di Napoli Federico II.
L’argomento affrontato è di grande attualità: il difficile rapporto, in Italia, tra maternità e lavoro. Molte donne che avevano un rapporto di lavoro fisso, tornando in ufficio o in fabbrica, dopo la maternità, vengono messe nell’angolo ed a volte mobbizzate, per spingerle a dimettersi. La rigidità sugli orari, che al di là della retorica della flessibilità sembra la parola d’ordine delle aziende, provoca scontri drammatici. Lo stesso congedo di maternità più che come un diritto comincia ad essere visto come un privilegio, mentre spuntano un’altra volta le vecchie lettere di dimissioni in bianco.
Il risultato è nelle cifre. Almeno una giovane mamma su cinque lascia il posto ed in molti casi non lo ritroverà. È ancora peggio fra le precarie, le ragazze dei contratti a termine o a progetto, che per non essere mandate via nascondono il pancione come una colpa e spesso rinunciano alla maternità perché non possono contare su uno stipendio stabile né su un posto all’asilo nido, spesso irraggiungibile.
Chiara Valentini, giornalista e saggista, già caposervizio ed inviata  speciale per Panorama e poi per l’Espresso, racconta per la prima volta nel suo complesso questa realtà dura e preoccupante, dando la parola da una parte all’altra d’Italia a manager e donne delle pulizie, a pubblicitarie e ad operatrici dei call center. Ci porta negli uffici dei sindacati e delle poco conosciute Consigliere di Parità, fra le mamme ragazzine di Scampia e le dottoresse precarie della sanità pubblica, dimostrando come la maternità, nell’Italia di oggi, sia diventata il punto d’attacco al lavoro delle donne ed alla loro parità. Ma anche fra le mamme lavoratrici qualcosa si muove. Dai siti, dai blog e da nuove associazioni chiedono rispetto e diritti, compreso quello della maternità universale. E cominciano a portare in tribunale aziende ed amministrazioni pubbliche che le discriminano perché madri.

mercoledì 13 giugno 2012

PIETRA MAGONI E FERRUCCIO SPINETTI CHIUDONO IL CARTELLONE PRIMAVERILE DELLA FONDAZIONE RAVELLO. IL 23 GIUGNO L'EVERGREEN SYMPHONY ORCHESTRA INAUGURA IL RAVELLO FESTIVAL

Pietra Magoni e Ferruccio Spinetti
La lunga programmazione primaverile della Fondazione Ravello, inaugurata lo scorso 31 marzo col vernissage della mostra di Igor Mitoraj, arriva al suo ultimo atto sabato 16 giugno (ore 21.15) con “Musica Nuda”, performance che vedrà come protagonista l’ormai consolidato duo composto dalla voce di Petra Magoni e dal contrabbasso di Ferruccio Spinetti. Il cartellone del “Ravello dieci\12”, dopo un lungo viaggio tra musica classica, musica da camera, musica sperimentale e teatro, approda al jazz. Jazz e non solo. Perché quando si parla di Musica Nuda si  parla di un progetto coraggioso, indipendente, libero che può sembrare una moderna versione del canto con accompagnamento di basso continuo, in uso nel Rinascimento, ma che è anche l’arte di saper riportare la musica alla sua essenza, per scovarne il significato più profondo. Il programma spazierà infatti, da Monteverdi ai Beatles, da Lucio Battisti a Sting, dalla canzone d'autore al rock, dal punk alla musica classica. 
Sabato 23 giugno alle ore 19.45 sarà l’Evergreen Symphony Orchestra di Taiwan, per la prima volta in Italia, a inaugurare i 70 giorni di programmazione del Ravello Festival 2012. Fondata e gestita dalla Fondazione Chang Yung-Fa, la Evergreen Symphony Orchestra (ESO) è la sola orchestra stabile di Taiwan gestita da una fondazione privata, una delle poche nel suo genere ad essere conosciuta sulla scena internazionale ed una delle poche ad essersi esibita, in diverse occasioni, con i Tre Tenori: Luciano Pavarotti, Jose Carreras e Plácido Domingo. Diretta da Gernot Schmalfuss, nel concerto di Ravello l’ESO proporrà un programma che alternerà a Wagner e Dvořák brani del folklore internazionale riarrangiati da compositori taiwanesi.
Il concerto è un progetto realizzato in collaborazione con Ravenna Festival grazie al contributo di Evergreen Line.












RICCA DI EVENTI L'ESTATE AMALFITANA


Un calendario fitto di eventi, promossi dall'assessorato al Turismo, cultura, Politiche giovanili e Comunicazione del Comune, caratterizzerà l'estate amalfitana. 
Si comincia il 16 giugno con la presentazione del libro "Omicidio di Stato, Storia dei giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni" nell'ambito della rassegna incostieraamalfitana.it, con la partecipazione di   Giancarlo e Nicola De Palo, fratello e cugino di Graziella, assassinata a Beirut nel 1980.
Dal 17 giugno al 21 luglio è in programma Sulle tracce delle Sirene: una rassegna che  destruttura la musica e ne ricompone le sensazioni come fosse uno stupefacente puzzle, riscoprendo i colori del passato che dipingono l’Arsenale della Repubblica. In questa meravigliosa scenografia, artisti di fama internazionale, del calibro di Diego De Silva, Gianni Lamagna e Mauro Squillante, propongono concerti e performances di assoluta originalità.
Il poliedrico mondo della danza irromperà l’11 luglio con Amalfi Danza International – Riconoscimento alle Eccellenze della Danza. Sul palcoscenico, in piazza Duomo, saranno premiati i nomi più importanti del panorama internazionale della disciplina.
Dal 26 al 31 luglio farà tappa ad Amalfi  CinemadaMare, per gli appassionati del cinema digitale. Un tour di 73 giorni, attraverso otto regioni italiane, con la partecipazione,  di circa cento novelli cineasti  (registi, attori, tecnici, sceneggiatori e produttori) provenienti da svariati paesi. Amalfi, dunque, si tramuterà nel teatro del classico “Shot on the spot”, iniziativa nella quale la città diventa un autentico set a cielo aperto, favorendo l’impulso creativo dei vari filmmakers, oltre ad ospitare lezioni di cinema aperte a tutti.
L’intero mese di agosto (ben quattro appuntamenti) sarà dedicato ad Amalfi by Night. Quest’anno il tema di fondo saranno i grandi personaggi che hanno trascinato la cittadina costiera oltre il logorio del tempo, scolpendo nella roccia le memorie dei fasti che furono: dai racconti di Omero fino alla cinematografia novecentesca. 
Il 30 agosto si svolgerà la seconda edizione  della Notte Bianca di Amalfi, sulla scia del successo ottenuto lo scorso anno.
Il 1° settembre sarà celebrato, com'è consuetudine, il Capodanno Bizantino, con la tradizionale investitura del Duca. La celebrazione, seguendo i dettami della storia, avrà luogo nell’atrio della chiesa palatina di San Salvatore de Birecto di Atrani con la consegna della clamide e del berretto, simboli del potere ducale. All’investitura fa seguito il corteo nuziale composto da oltre 90 figuranti nei costumi originali realizzati nel 1950 da Roberto Scielzo.
C’è attesattesa anche per il musical storico Amalfi, dove la passione è amore eterno, nel quale la città rivive i suoi gloriosi successi, attraverso un idillio d’amore, sfumato in una rivisitazione passionale dell’epoca medievale.
La letteratura non è affatto disposta al semplice ruolo di comprimario. La seconda edizione di Amalfi d’autore andrà a scovare i villaggi più suggestivi della periferia amalfitana, innaffiandoli di cultura per sei pomeriggi di settembre.
Ricco, infine, il programma di ARSenale in Mostra, sino a fine anno. La pittura impressionista-espressionista dei maestri Sandro Trotti, Sandro Bini e Mauro Ferrante (5-30 settembre). Le “Impronte” di Luigi Manzo (2-22 agosto), una sinfonia di forme e colori proiettate verso l’astrazione. La fotografia che cattura gli attimi e li lascia sospesi nell’eternità si ritaglia il suo spazio nel “Viaggio di un sognatore errante” (8-22 luglio) di Alessandro Squilloni. L’esclusiva “Eolo rosa dei venti” (sino al 20 giugno) è la mostra di carte geografiche e nautiche dell’intera penisola italiana, dal ‘500 al Risorgimento. Rilevante anche la “Miletti Collection Liutherie – Storia della liuteria napoletana nell’800 e ‘900”.
 Tutto qui? Certamente no, afferma l’assessore Daniele Milano. Tra le righe di ogni singolo evento campeggia una suggestione. Allo spettatore il compito di scrutarla e lasciarsi contagiare. L’estate di Amalfi è solo al cocktail di benvenuto. Su il sipario.

VENERDI' SARA' ESPOSTA AD AMALFI L'OPERA REALIZZATA DA FRANCESCO CLEMENTE PER LA METROPOLITANA DI NAPOLI



Venerdì prossimo, 15 giugno, dalle ore 15 alle 22, sarà possibile ammirare ad Amalfi, negli  Antichi Arsenali della Repubblica, ora sede del Museo delle Bussola e del Ducato d'Amalfi, una straordinaria opera d'arte: un pannello di notevoli dimensioni (è lungo 16 metri) realizzato da Francesco Clemente per la stazione Toledo della metropolitana di Napoli. 

L'artista napoletano, uno dei maggiori protagonisti della Transavanguardia - il movimento artistico teorizzato da Achille Bonito Oliva -, ha uno stretto legame con Amalfi: sia perché vi ha casa, nel pittoresco rione Vagliendola, dirimpetto al mare, ove si rifugia di tanto in tanto per evadere dalla  frenetica vita newyorkese, sia perché amalfitana doc è la moglie, Alba Primicerio, alla quale mando un memore cordiale saluto.

A PRAIANO, "IL MIRACOLO DEI PESCI"


Il Comune di Praiano, in collaborazione con il Forum dei Giovani, l'Associazione Pelagos, il Comune di Furore e le attività commerciali di Marina di Praia, presenta la prima edizione della Festa Gastronomica "Il Miracolo dei Pesci", che si terrà venerdì 22 giugno  alle ore 20.00 a Marina di Praia.
La festa sarà l'occasione per degustare i piatti tipici della tradizione gastronomica locale - il mio pensiero va subito al totano con le patate  -  nella cornice di uno dei luoghi più suggestivi della Costa d'Amalfi.
I proventi della serata saranno destinati all'acquisto di attrezzature sanitarie per il nuovo Poliambulatorio di Praiano, che sarà inaugurato a breve.

giovedì 7 giugno 2012

SALERNO, QUESTA SERA AL PUNTO EINAUDI LA PRESENTAZIONE DELLA RIVISTA "geaArt"


Questa sera, alle ore 19.00, al Punto Einaudi di Salerno (corso Vittorio Emanuele – piazzetta Barracano), presentazione di geaArt, bimestrale di cultura, arti visive, spettacolo e nuove tecnologie creative, fondata e diretta da Massimo Bignardi che, nel suo editoriale, ne sottolinea le motivazioni: “l’esigenza di non cedere il passo ad un dibattito culturale oramai scivolato nel ventre dell’agorà globalizzata e nelle maglie del silenzio mediatico, ma di invertire l’abusata prospettiva dell’attesa e poi del vuoto, per farsi partecipi della realtà e del suo futuro”. Non a caso, aggiunge Bignardi, la rivista nasce a Salerno: “Nasce nel fremito dei suoi cantieri, respirando l’aria nuova dei cambiamenti, della molteplicità che li accompagna, tessendo la trama di un racconto urbanistico che, giorno dopo giorno, si fa contemporaneità”.  Un dibattito che è destinato a diventare infuocato, nei prossimi giorni, dopo che il Consiglio di Stato (la notizia è di oggi) ha sospeso i lavori di costruzione del Crescent, progettato da Ricardo Bofill, a ridosso della nuova piazza della Libertà. Il che dimostra quanto sia difficile, in questo nostro paese,  immaginare un nuovo disegno urbanistico che non sia scontato, banale, anonimo.
geaArt ha una distribuzione gratuita, che si spera di estendere a tutto il territorio nazionale. Il numero 0 reca le firme di Pasquale Ruocco, Raffaella Casciello, Davide Lacagnina, Pasquale De Cristofaro, Michele Monetta, Carmela Citro, Gemma Criscuoli, Olga Chieffi, Roberta Bignardi, Luca Mansueto, Maria Letizia Paiato, Clauda Gennari, Ada Patrizia Fiorillo, Federica Pace, Annamaria Restieri, Giada Caliendo, Angelo Maria Vitale, Nunzia Soglia, Francesco D’Agostino, Manuela Nastri, Adriana Apicella, Barbara Landi, Giuseppe De Marco.