Nel giorno in cui Amalfi ricorda il patrocinio dell'apostolo Andrea, patrono della città, mi piace riproporre questo mio testo, già pubblicato su mondosigi nel 2008.
L'8 maggio abbiamo celebrato
l’apostolo sant’Andrea, nel ricordo della traslazione dei suoi resti mortali da
Costantinopoli ad Amalfi, avvenuta nel 1208. E, un mese fa, anche la
Pentecoste: che non è riferita soltanto
a un dato temporale, i cinquanta giorni trascorsi dalla Pasqua. La Pentecoste
ci riporta all’episodio della discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli,
riuniti nel Cenacolo. «Mentre stava
compiendosi il giorno della Pentecoste - abbiamo ascoltato nella
liturgia della parola (Atti degli Apostoli, 2,1-11) -, si
trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un
fragore, come di vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano.
Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su
ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a
parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di
esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione
che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata,
perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori
di sé per la meraviglia, dicevano: “Tutti costoro che parlano non sono forse
Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua
nativa?…”».
Andrea,
nato a Bethsaida, fratello di Pietro, è definito “l’apostolo dei Greci”. La sua
predicazione, come quella degli altri discepoli di Gesù Cristo, prese il via
proprio dopo la Pentecoste e si rivolse alla Scizia, la regione posta fra il
Danubio e il Don. Fu così che il pescatore di Galilea, definito il “Protocleto”
(primo chiamato), diventò “pescatore di uomini”. «Dopo essere restato con Gesù e aver imparato tutto ciò che Gesù gli
aveva insegnato, Andrea non tenne chiuso in sé il tesoro - sottolineava san
Giovanni Crisostomo (citazione in www.enrosadira.it/santi/a/andrea.htm) -, ma si affrettò a correre da suo fratello per comunicargli la
ricchezza che aveva ricevuto. Ascolta bene cosa gli disse: “Abbiamo trovato il
Messia” (Giovanni 1, 41). Vedi in che maniera notifica ciò
che aveva appreso in poco tempo? Da una parte mostra quanta forza di
persuasione aveva il Maestro sui discepoli, e dall’altra rivela il loro
interessamento sollecito e diligente circa il suo insegnamento. Quella di Andrea
è la parola di uno che aspettava con ansia la venuta del Messia, che ne
attendeva la discesa dal cielo, che trasalì di gioia quando lo vide arrivare, e
che si affrettò a comunicare agli altri la grande notizia. Dicendo subito al
fratello ciò che aveva saputo mostra quanto gli volesse bene, come fosse
affezionato ai suoi cari, quanto sinceramente li amasse e come fosse premuroso
di porgere loro la mano nel cammino spirituale. Guarda anche l’animo di Pietro,
fin dall’inizio docile e pronto alla fede: immediatamente corre senza
preoccuparsi di nient’altro. Infatti dice: “Lo condusse da Gesù” (Giovanni 1, 42)».
Dunque, Andrea scelse per la missione
assegnatagli da Gesù l’Oriente. Dalla Scizia passò all’Acaia, dove ricevette il
martirio. Anche lui in croce, seppure una croce decussata (a forma di X),
scelta certamente per umiltà - non voleva essere equiparato al Maestro -
e per rendere più atroce la sofferenza del supplizio.
La morte di Andrea avvenne a Patrasso,
verso l’anno 60, sotto il proconsole romano Egea. Ecco come gli ultimi momenti
della sua vita sono stati ricostruiti sulla base di antichi testi, apocrifi: «Dopo la passione e la risurrezione, Andrea andò a predicare la fede
cristiana nella provincia che gli era toccata in sorte, la Scizia d’Europa;
quindi percorse l’Epiro e la Tracia e con la predicazione e i miracoli convertì
a Gesù Cristo una moltitudine innumerevole. Giunto a Patrasso, città dell’Acaia,
fece abbracciare a molti la verità del Vangelo, e non esitò a riprendere
coraggiosamente il proconsole Egeo, che resisteva alla predicazione evangelica,
rimproverandogli di voler essere il giudice degli uomini, mentre i demoni lo
ingannavano fino a fargli misconoscere il Cristo Dio, Giudice di tutti gli
uomini. Egeo adirato gli dice: “Finiscila di esaltare il tuo Cristo che simili
propositi non hanno impedito che venisse crocifisso dai Giudei”. E siccome
Andrea continuava tuttavia a predicare intrepido che Gesù Cristo s’era lui
stesso offerto alla Croce per la salvezza del genere umano, Egeo lo interrompe
con un discorso empio, e lo avverte di pensare alla sua salvezza, sacrificando
agli dei. Andrea gli dice: “Per me, c’è un Dio onnipotente, solo e vero Dio, al
quale sacrifico tutti i giorni, non già le carni dei tori né il sangue dei
capri, ma l’Agnello senza macchia immolato sull’altare; e tutto il popolo
partecipa alla sua carne, e l’Agnello che è sacrificato rimane integro e pieno
di vita”. Perciò Egeo, fuor di sé dalla collera, lo fa gettare in prigione. Il
popolo ne avrebbe facilmente tratto fuori il suo Apostolo, se quest’ultimo non
avesse calmato la folla, scongiurandola di non impedirgli di giungere alla
corona del martirio. Poco dopo, condotto davanti al tribunale, siccome esaltava
il mistero della Croce e rimproverava ancora al Proconsole la sua empietà, Egeo
esasperato ordinò che lo si mettesse in croce, per fargli imitare la morte di
Cristo. Fu allora che, giunto sul luogo del martirio e vedendo la croce, Andrea
esclamò da lontano: “O buona Croce che hai tratto la tua gloria dalle membra
del Signore, Croce lungamente bramata, ardentemente amata, cercata senza posa e
finalmente preparata ai miei ardenti desideri, toglimi di mezzo agli uomini, e
restituiscimi al mio Signore, affinché per te mi riceva Colui che per te mi ha
riscattato”. Fu dunque infisso alla croce, sulla quale rimase vivo per due
giorni, senza cessar di predicare la fede di Gesù Cristo, e passò a Colui del
quale si era augurato di imitare la morte» (Atti di Andrea).
Nel Vangelo i riferimenti ad Andrea non
sono molti, ma estremamente significativi. Giovanni ce lo presenta, insieme con
un amico, mentre segue la predicazione del Battista, che, vedendo passare
Gesù, battezzato il giorno prima nel Giordano, esclama: «Ecco l’agnello di Dio!». E «i due discepoli, avendolo sentito dire
questo, tennero dietro a Gesù» (Giovanni 1, 35-37). «Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udite le
parole di Giovanni e avevan seguito Gesù. Il primo in cui Andrea s’imbatté fu suo fratello Simone, e gli disse:
“Abbiamo trovato il Messia”, che vuol dire il Cristo. E lo condusse da Gesù» (Giovanni 1, 40-42).
Episodio successivo. «Mentre [Gesù] camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli: Simone, detto
Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano in mare una rete, poiché erano
pescatori. E disse loro: “Venite, vi farò pescatori di uomini”. Essi, lasciate
subito le reti, lo seguirono» (Matteo 4, 18-20).
«Appena usciti dalla sinagoga - scrive Marco riferendo l’episodio
della guarigione della suocera di Pietro ( Marco 1, 29) -, si diressero verso la casa di Simone e di Andrea…».
Ancora. «Nell’uscire dal Tempio, uno dei suoi discepoli, rivolto a Gesù,
esclama: “Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!”. Ed egli risponde:
“Vedi tu queste grandi costruzioni? Non resterà pietra sopra pietra che non sia
diroccata”». Poi, sul Monte degli Ulivi, Andrea, con Pietro, Giacomo e
Giovanni, fa parte del gruppetto di apostoli che, “in disparte”, interroga Gesù: «Vuoi
dirci quando ciò accadrà, e quale sarà il segno che tutto questo starà per
avversarsi?». La risposta è nota come il “discorso escatologico” del
Signore, che insegna come ci si deve preparare alla venuta del Figlio dell’Uomo
“con grande potenza e gloria” (Marco 13, 26).
Nel vangelo di Luca Andrea è citato,
insieme agli altri undici, quando essi sono scelti da Gesù (Luca 6, 12-16).
Nell’episodio della moltiplicazione dei
pani, riportato da Giovanni, è ancora Andrea che, vista la moltitudine di
gente, e la scarsità delle risorse alimentari, va da Gesù e lo avverte, quasi
presagendo il miracolo che sta per avvenire: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che è
questo per tanta gente?» (Giovanni 6, 8-10).
Infine, il nome di Andrea compare nel
primo capitolo degli Atti con quelli degli altri apostoli diretti a Gerusalemme
dopo l’Ascensione (Atti degli Apostoli 1, 13).
«E poi la Scrittura non
dice altro di lui - nota Domenico Agasso (in Famiglia Cristiana, ved. www.santibeati.it) -, mentre ne parlano alcuni testi apocrifi, ossia non canonici. Uno di
questi, del II secolo, pubblicato nel 1740 da L.A. Muratori, afferma che Andrea
ha incoraggiato Giovanni a scrivere il suo Vangelo. E un testo copto contiene
questa benedizione di Gesù ad Andrea: ‘Tu sarai una colonna di luce nel mio
regno, in Gerusalemme, la mia città prediletta. Amen’. Lo storico Eusebio di
Cesarea (ca. 265-340) scrive che Andrea predica il Vangelo in Asia Minore e
nella Russia meridionale. Poi, passato in Grecia, guida i cristiani di
Patrasso. E qui subisce il martirio per crocifissione: appeso con funi a testa
in giù, secondo una tradizione, a una croce in forma di X; quella detta poi
“croce di sant’Andrea”. Questo accade intorno all’anno 60, un 30 novembre».
© Sigismondo Nastri