Trascrivo
da Facebook un post inserito poco fa da Enzo Cretella: “Nella Chiesa della
Madonna del Pino in Via Maestra dei Villaggi [ad Amalfi], sin dal 1987, si
venera un quadro di S. Giuseppe Moscati, voluto dal compianto Parroco Don
Sigismondo Anastasio. Per divulgare sempre più il culto al Santo Medico che,
invitato da Mons. Ercolano Marini, veniva spesso ad Amalfi per visitare i
poveri e gli ammalati, e per adempiere il desiderio di tantissimi fedeli, in
occasione del 25° anniversario di canonizzazione è stata commissionata ad
Ortisei, in provincia di Bolzano, una pregevole statua lignea realizzata dal
Maestro Giuseppe Stuflesser, fornitore pontificio. Il prof. Moscati, da buon
napoletano, era molto devoto della Vergine del Carmelo e si narra che quando
veniva ad Amalfi amava fare lunghe passeggiate e molte volte raggiungeva la
Chiesa del Pino per raccogliersi in preghiera dinanzi alla prodigiosa Immagine della
Madonna del Carmine ivi venerata”. Ringrazio per la notizia, aggiungendo che
lunedì’ 30 aprile, alle ore 19.00, è in programma nella cattedrale di Amalfi
una solenne Celebrazione Eucaristica. Seguirà la processione che accompagnerà
l'Immagine del Santo Medico alla Chiesa della Madonna del Pino, dove sarà
custodita e venerata il 16 novembre di ogni anno (la Santa Messa verrà
trasmessa in diretta dalla radio locale R.C.A.).
Mi piace riproporre qui
un mio ricordo del medico santo, sulla base di elementi acquisiti anche in
ambito familiare.
La
devozione mariana fu una costante della vita del professore Giuseppe Moscati.
Lo confessò lui stesso a Bartolo Longo il 20 luglio 1922 (la missiva è
conservata nell’archivio della Curia arcivescovile di Amalfi): “… Dalla mia
infanzia mi sono inteso trasportato verso la terra, ove la Regina del Rosario
ha attratto tanti cuori e operato tanti prodigi… Sempre che posso, faccio una
scappata a Pompei – cosa ormai moltissime volte proibitami dalla assillante mia
professione. Ma sempre che col treno passo per recarmi lontano, in consulti,
cosa questa frequentissima, il mio sguardo e il mio cuore è lì, ove tra gli
alberi si intravede il campanile in costruzione, ai piedi del ciborio, su cui
s’innalza l’immagine della Vergine!”. L’illustre clinico napoletano fu
canonizzato da Giovanni Paolo II il 25 ottobre 1987. Al termine del
solenne rito, nella piazza San Pietro, dov’erano confluiti oltre centomila
fedeli, il Santo Padre ne illustrò la figura, definendolo “anticipatore e
protagonista di quell’umanizzazione della medicina, avvertita oggi come
condizione necessaria per una rinnovata attenzione ed assistenza a chi soffre”.
E iniziò il discorso, all'Angelus, proprio ricordando la venerazione del
Moscati per la Madonna di Pompei. «Il nostro pensiero - disse - si volge oggi
al santuario della Beata Vergine in Pompei, santuario molto caro al dottor
Moscati... Egli vi sostava frequentemente nei suoi viaggi ad Amalfi, Salerno,
Castellammare, per visitare qualche infermo o in altre circostanze.
"Quanta dolcezza provo - confidava ad una persona di sua conoscenza - nel
comunicarmi nel Santuario di Pompei! Ai piedi della Madonna mi sembra di
diventare più piccolo, e Le dico le cose come sono!"».
L’amore per
la Madonna lo aveva spinto, nel 1923, a compiere l’esperienza del viaggio a Lourdes. “… Attorno
alla Grotta – si legge in una lettera inviata allora ai fratelli - non manca mai
gente, anche dopo la Messa, perfino la notte. Durante queste funzioni
l’immagine della Vergine, al punto stesso ove apparve, diviene supremamente
bella”. Scrive Mons. Ercolano Marini, che fu arcivescovo di Amalfi dal 1915 al 1945: “Figliuolo devoto e affezionato di Maria,
il prof. Moscati si diletta di onorarne con speciali pratiche la Concezione
Immacolata. E’ fedelissimo nel frequentare la quindicina, che ogni anno segue
la festività nella chiesa di S. Nicola da Tolentino. Il freddo, la pioggia, il
lavoro, nulla è capace di trattenerlo dal partecipare al pubblico omaggio, che
si rende alla cara Madre Celeste, da lui onorata, anche sotto molti altri
titoli approvati dalla Chiesa, ma più appassionatamente sotto l’invocazione,
diventata così popolare dal 1854, dopo la definizione dommatica di Pio IX” (in
E. Marini, Il prof. Giuseppe Moscati della Regia Università di Napoli, Tip.
Francesco Giannini, Napoli 1929. Ved. anche: Antonio Tripodoro S.I., "Il
prof. Moscati fervente nel culto dell'Immacolata", in "Il Gesù
Nuovo", novembre-dicembre 2005).
Una volta,
a Napoli, su una ricetta consegnata ad un ammalato, affetto da una grave
infermità, all’elenco dei farmaci da assumere, il professore Moscati fece
seguire una postilla: “Tornando in Amalfi, fermatevi a Valle di Pompei,
confessatevi e comunicatevi. Questa è la prima medicina”.
Quando il suo amico Antonio
Nastri (fratello di mio nonno), che esercitava la professione medica
ad Amalfi, gli pose domande sulla
possibilità, per un laico, di raggiungere la perfezione evangelica (cfr.
Sebastiano Esposito S.I., "Il Prof. Giuseppe Moscati e il Card.
Tedeschini", in "Il Gesù Nuovo", n. 6, nov-dic. 1999;
Alfredo Marranzini, Giuseppe Moscati, vol. I, Edizioni ADP, pp.
329-331), il Moscati, in data 8 marzo 1925, rispose che, "in ogni condizione
sociale, si può fare del bene. […] Il medico si trova poi in una
posizione di privilegio, perché si trova tanto spesso al cospetto di anime che,
malgrado i loro passati errori, stanno lì lì per capitolare, e far ritorno ai
principi ereditati dagli avi, stanno lì ansiose di trovare un conforto,
assillate dal dolore. Beato quel medico che sa comprendere il mistero di questi
errori, e infiammarli di nuovo! Ma è indubitato che la vera perfezione non può
trovarsi, se non estraniandosi dalle cose del mondo, servendo Iddio con un
continuo amore, e servendo le anime dei propri fratelli, con la preghiera, con
l’esempio, per un grande scopo, per l’ ‘unico scopo’ che è la loro salvezza eterna.
[…]”. Alla morte, avvenuta il 12 aprile
1927, le testimonianze rese dal Nastri contribuirono a creare le premesse per
l'avvio del processo di beatificazione.
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