L’età mi consente di ricordare le discussioni suscitate da "Processo a Gesù" di Diego
Fabbri quando fu presentato la prima volta, nel 1955, al Piccolo Teatro di Milano: “un’indagine
serrata ed emozionante – scrive Anna Rota (culturacattolica.it) - su una
società che aveva perso la speranza della salvezza, la fiducia nei propri
valori, soprattutto la fiducia nella condivisione e nell’amore, rifugiandosi
nell’individualismo e nell’edonismo”. Un
testo di grande carica ideale ed emotiva, capace di porre problemi che a quell’epoca
facevano gridare allo scandalo. Tanto che l'autore fu denunciato al Sant’Uffizio
dall’Alleanza Cattolica Tradizionalista per “offesa alla religione e
istigazione all’odio sociale”. L’accusa, per fortuna, cadde nell’oblio.
A quel dramma s’ispira “L’Agnello di Dio” messo in
scena da Costantino Amatruda e dalla sua compagnia “Atellana”. Ho già avuto
modo di occuparmene in questo spazio.
Le prossime rappresentazioni sono in
programma a Maiori (venerdì 30 marzo,
alle ore 19.30, presso la Collegiata di Santa Maria a Mare) e ad Amalfi (martedì 3
aprile, alle 20.30, nella basilica del Crocifisso, attigua al duomo).
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