mercoledì 21 marzo 2012

LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE DEL CONSORZIO DI TUTELA AL MINISTRO CLINI: "IL POMODORO SAN MARZANO D.O.P. NON HA NIENTE A CHE VEDERE CON GLI OGM"


Corrado Clini, ministro dell’Ambiente, della Tutela del territorio e del mare, è certamente un esordiente per quanto riguarda l’incarico di governo, ma ha alle spalle vent’anni di esperienza come direttore generale di quello stesso dicastero (1991-2011). Non è un tecnico, e neppure un politico di primo pelo. Sorprende, perciò, che  si lasci andare a esternazioni a dir poco impopolari, come quando ha dichiarato di essere favorevole a un ritorno del nucleare, nonostante un referendum popolare ne abbia deciso l’accantonamento.
Ora tira in ballo gli organismi geneticamente modificati. Niente di male se si limita a sostenere  “che in Italia bisogna aprire una seria riflessione che deve coinvolgere la ricerca e la produzione agricola sul ruolo dell' ingegneria genetica e di alcune possibili applicazioni degli Ogm”. Ma quando aggiunge che “senza l'ingegneria genetica oggi non avremmo alcuni fra i nostri prodotti più tipici” e che “il grano duro, il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano, il basilico ligure, la vite Nero D' Avola, la cipolla rossa di Tropea, il broccolo romanesco sono stati ottenuti grazie agli incroci e con la mutagenesi sui semi” non può non sapere che scatenerà un putiferio. Perché, oltre al danno d'immagine, rischia di creare ulteriori difficoltà a dei settori produttivi già colpiti dalla crisi economica.
Non entro nel merito della querelle perché non mi compete. Mi limito a dar notizia della decisa presa di posizione del presidente del Consorzio di tutela del Pomodoro San Marzano dell’Agro Nocerino-Sarnese, Edoardo Angelo Ruggiero, che in una lettera al ministro esprime il rammarico suo e degli associati per l’accostamento agli Ogm del “re” del pomodoro:  il San Marzano, scrive Ruggiero, è “un frutto della nostra terra, un elemento unico e insostituibile della Dieta Mediterranea, diventato l’emblema dell'economia campana nel mondo. Una eccellenza che ha ricevuto, fra le prime in Italia, nel lontano 1996, il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.). Il motivo di tanta bontà dipende dalle condizioni climatiche favorevoli e dal terreno pianeggiante, reso fertile dai residui vulcanici del vicino Vesuvio, che ne hanno permesso un notevole sviluppo. Un prodotto tipico che è coltivato ancora oggi con le antiche tecniche agrarie”.
La specificità del Pomodoro San Marzano dell’Agro  Nocerino-Sarnese DOP – sottolinea il presidente del Consorzio – è “solo ed esclusivamente il frutto del lavoro dei nostri contadini che, con sacrificio e impegno, hanno conservato, difeso e tramandato nel tempo questo ricchissimo patrimonio di biodiversità. Contadini che coltivano i pomodori nel pieno rispetto di quanto indicato dal disciplinare della Denominazione di Origine Protetta (DOP) e dell’antica tradizione campana".

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