Ricevo da Fornace Falcone per la cultura la notizia della
mostra di Alfonso Mangone, “Attraverso città”, che sarà inaugurata a Salerno, venerdì
9 marzo, alle ore 19.00, presso Linee contemporanee in via Parmenide 39.
Alfonso Mangone, Firenze |
Dal sito web dell’artista traggo qualche nota biografica.
Mangone è nato ad Altavilla Silentina il 1° marzo 1958. E’ stato allievo di
Gianni Pisani all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, poi ha seguito il
corso di pittura di Gustavo Giulietti all’Accademia di Belle Arti di Firenze. La
sua ricerca pittorica ha preso l’avvio proprio in quegli anni e grazie ad essa, appena ventenne, ha potuto instaurare
rapporti di collaborazione ed amicizia con numerosi artisti, intellettuali e
critici d'arte, fra i quali Aldo Braibanti, Antonio di Palma, Gianni Pozzi,
Carlo Sain, Gino Tarantino, Alvaro Bracaloni ed altri. Ha compiuto numerosi viaggi e importanti
esperienze di lavoro in Germania e Olanda prima di stabilirsi definitivamente
in Italia, dove ha instaurato un rapporto con il gruppo
multinazionale Heineken Italia, realizzando una serie limitata di bicchieri per
Stella Artois ed una collezione di olii ed acrilici su tela, inseriti nei
locali "Heineken gree stage", sparsi su tutto il territorio italiano.
“Alberto Mangone – scrive Rino Mele – ha le sue radici in un
particolare impressionismo onirico, il sogno futuro delle città. La natura, per
lui, non è fatta di alberi, fiumi, nuvole, ma treni, strade sopraelevate,
metropolitane inghiottite dalla disperazione delle notti europee. I pochi
uomini calcificati. Affronta questa natura industriale con spregiudicatezza,
non c’è niente oltre la nebbia solida che investe le nostre città, una
domestica irriconoscibilità che non conserva nemmeno il riscatto della voce.
Mangone si rifà alla cultura pittorica di fine Ottocento, sulla sponda del
secolo nuovo, il suo maestro è Van Gogh suicida che sprofonda nell’Ade con l’orecchio
ntagliato nascosto in una mano. Ne è il contrario continuatore; Van Gogh
disegnava i suoi paesaggi come fossero nature morte, Mangone le sue città nella
calce del tempo futuro come fossero paesaggi naturali…”.
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