Ho partecipato, ieri pomeriggio, alla commemorazione di
don Gaetano Amodio nel trecentesimo anniversario della nascita, svoltasi nella
chiesa di san Pancrazio a Conca dei Marini. Ringrazio Cosimo Andretta,
promotore dell’iniziativa, per l’invito, e il sindaco, Gaetano Frate, per l’affettuosa
accoglienza. Mancavo lì da tantissimi anni. Forse da quando, il 7 agosto 1967, fui ospite del poeta Alfonso
Gatto, che aveva preso in fitto una casa della parrocchia, circondata dagli
ulivi, con le finestre spalancate su un orizzonte infinito.
E’ stata una bella e toccante cerimonia. Ho avuto la prova
della profonda devozione che ancora lega la gente di Conca a quel “santo”
sacerdote. Santo non per decisione delle autorità ecclesiastiche (che non hanno
mai aperto un processo per canonizzarlo. E sarebbe ora che questo avvenisse!),
ma per volontà di popolo, che lo venera come “protettore dei naviganti”. Non c’è abitazione, a Conca, dove non sia esposta la sua immagine. Mi viene proprio da pensare che, in questo caso, “vox populi” corrisponde
a “vox Dei”. Altrimenti, come si fa a spiegare i tanti “miracoli” documentati dalle cronache del tempo e dagli ex voto
che ieri erano posti uno accanto all’altro proprio davanti alla cappella nella
quale egli è sepolto?
La cappella nella quale è sepolto don Gaetano Amodio |
Il ricordo di don Gaetano è stato affidato a Cosimo
Andretta, al sindaco Gaetano Frate, allo storico Giuseppe Gargano, a me e, poi, nell’omelia, a don Angelo Mansi, delegato dall'arcivescovo mons. Orazio Soricelli.
Dai vari interventi è venuto fuori il ritratto di un uomo gentile, buono, caritatevole;
di un sacerdote caratterizzato da integrità dei costumi, profondità di dottrina, zelo instancabile; di
un cultore di storia patria dotto e appassionato.
E’ seguita una concelebrazione eucaristica che, con don Angelo Mansi, ha visto all’altare don Danilo Mansi, rettore della parrocchia di Conca dopo la scomparsa
di don Antonio Acampora; don Andrea Apicella, parroco di Pogerola; don Giuseppe
Milo.
Poi, davanti all’urna
che conserva i resti mortali di don Gaetano, è stata deposta una corona a forma
di àncora.
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